SAINT SEIYA CHRONICLES:
FIRST BLOOD

NOTE PER LA LETTURA:
Quella che segue è una storia in 26 capitoli che narra le vicende dei Saint durante la prima guerra persiana.
È stata scritta in modo da poter essere letta in piena autonomia, ma allo stesso tempo rappresenta il prequel di una delle saghe di "Bronzini Sfigati" (ovviamente stiamo parlando di "Lambda", Stagione 2 Capitolo 4 di Bronzini Sfigati, storia contenuta nel terzo volume e che racconta della seconda guerra persiana).
Prequel di una delle saghe di "Bronzini Sfigati", dicevo, ma senza i Bronzini Sfigati!
Esatto, non saranno presenti nessuno dei cinque bronzini minori (ci sarà al massimo un vago riferimento a uno di loro... e non stiamo parlando di Ban...) né nessun altro dei Saint noti nella serie originale di Kurumada. Saranno invece presenti quasi unicamente personaggi storici in veste di Saint. Per motivi di continuità ritorneranno inoltre gran parte dei personaggi presenti in "Lambda" (personaggi che in molti casi gli storici non menzionano ai tempi della prima guerra persiana, ma nulla ci vieta di pensare che fossero attivi anche dieci anni prima della battaglia delle Termopili, di capo Artemisio e di Salamina).
"First Blood" ha toni generali molto più seri rispetto a "Bronzini Sfigati", ma ogni tanto è presente qualche piccola nota comica.
È consigliabile la lettura di questa storia per chi segue "Bronzini Sfigati", in quanto potrà trovare alcuni approfondimenti sui personaggi di "Lambda" e qualche indizio su alcuni dei misteri della trama generale riguardante i cinque bronzini minori. Inoltre alcuni elementi e personaggi secondari di "First Blood" ritorneranno e si collegheranno anche ad altre storie future. 
È meglio leggere prima "Lambda" o prima "First Blood"? È indifferente. Sebbene First Blood sia stato scritto dopo Lambda, le due storie sono state ideate in parallelo. Leggere First Blood per prima può spoilerare alcuni piccoli colpi di scena di Lambda, ma, essendone il prequel, può rendere molto più chiare alcune cose presenti in quest'ultima. Quindi fate vobis.

 
---------------------------

 
CAPITOLO F.01
ELEUSI


 
Siamo nel 507 a.C.
All’esterno del Telestèrion, il Santuario di Eleusi, un novizio del culto di Demetra si sta esercitando con una coppa di vino e un paniere, in preparazione di un misterioso rito di iniziazione. In quel momento sopraggiungono nientemeno che i due re di Sparta: Cleomene I, Gold Saint del Leone e Demarato, Gold Saint del Cancro.
Demarato: Cleomene, spiegami una buona volta cosa diavolo ci facciamo a Eleusi. Io continuo a sospettare che abbia a che fare con quella faccenda di Atene…
Cleomene: Ha! Ha! Ha! Naaa, cosa vai a pensare, Demarato?! Vedi quell’iniziato? Stai a guardare. Ragazzo! Ragazzo, cosa stai facendo?
Iniziato: Signore, io… ho digiunato, ho bevuto il ciceone, ho preso nel cesto e, dopo averlo maneggiato, ho deposto nel cesto. Poi, riprendendo dal cesto, ho riposto nel cesto.
Cleomene: Il complemento oggetto, per la miseria! Cosa hai deposto e riposto?
Iniziato: È un mistero, signore. Non lo sa nessuno.
Cleomene: Oh, beh, fa’ provare anche me. Passami quella coppa di ciceone.
Cleomene si scola di un fiato la coppa di vino speziato.
Cleomene: Ancora! Riempimela di nuovo! E porta una coppa anche per il mio amico Demarato. Oggi mi sento particolarmente spirituale.
L’iniziato entra nel santuario e ritorna subito con due coppe piene di vino. Cleomene riprende a bere. Demarato osserva perplesso il proprio calice.
Demarato: Quindi? Siamo venuti qui per bere?
Cleomene: È un mistero, mio caro. Non lo sa nessuno. Goditi il momento. Non senti la magia? E comunque è sempre un buon momento per bere. EHI, QUALCUNO MI PORTI UNA BROCCA GIGANTE DI QUESTO VINO!!! Questa roba è spaziale…
Dalle porte del Santuario esce una sacerdotessa con indosso un costume da melograno gigante e una maschera sul viso.
Sacerdotessa: Voi! Come osate disturbare i sacri riti? Questo è un oltraggio!
Cleomene: Io faccio quello che mi pare. Sono Cleomene I, Re di Sparta, e voi tutti presto bacerete il mio sontuoso deretano. Fatti da parte, sacerdotessa. Me lo prendo da solo il vino.
Sacerdotessa (bloccando il passaggio): Neanche per idea! Nessun Doro metterà piede all’interno del tempio!
Cleomene (ringhiando): Come osi darmi del Doro, donna? Io sono Acheo, discendente diretto del valoroso Eracle, e ti ordino per l’ultima volta di levarti di mezzo, se non vuoi assaggiare le mie zanne!
La sacerdotessa, con una vampata di cosmo disintegra il proprio costume da melograno, rivelando al di sotto la Silver Cloth della Gru.
Cleomene: Questa è una dichiarazione di guerra, sacerdotessa!
La sacerdotessa corre incontro a Cleomene, roteando su se stessa e cercando di colpirlo con un calcio volante. Cleomene si smaterializza all’ultimo istante per ricomparire alle spalle dell’avversaria. La sacerdotessa si gira di scatto mirando con il gomito alla sua tempia. Il sovrano spartano evita l’attacco compiendo un semplice passo all’indietro e lasciando il tempo a Perialla di sferrare una serie di calci velocissimi, tutti facilmente evitati da Cleomene che, al contempo, si prende gioco della Saint ridendo di gusto.
Novizio (portando una brocca di vino): Signor re, la prego, accetti questo vino e non ci faccia del male.
Cleomene (materializzandosi alle spalle del novizio): Che gentile! Lascia che ti ringrazi.
Cleomene, con la mano destra ad artiglio, infligge una profonda ferita nella schiena del novizio, che crolla a terra in una pozza di sangue. La brocca vola in alto e il re spartano la afferra al volo, la porta alla bocca e prende a bere avidamente.
Sacerdotessa: T… TU! Come hai potuto fare questo?!
Demarato: Eh! C’è gente che si diverte in questo modo…
Cleomene finisce di ingurgitare il contenuto della brocca e la lancia via. Poi volge uno sguardo beffardo alla sacerdotessa, mentre si pulisce la bocca con una mano.
Sacerdotessa (correndo incontro a Cleomene): SEI FINITO!
Cleomene accorcia le distanze e si materializza di fronte alla sacerdotessa, sferrandogli un pugno alla bocca dello stomaco. La sacerdotessa soffoca un gemito e crolla sulle proprie ginocchia.
 Cleomene: Demarato, ordina all’esercito che abbiamo lasciato alle porte della città di mettere a ferro e fuoco tutto quanto.
Demarato: Cleomene, conosco le tue sceneggiate. Eleusi è una alleata di Atene. Non possiamo fare una cosa del genere senza un valido motivo.
Cleomene (bevendo anche dalla coppa di Demarato): Demarato, e tu ti consideri un re? Hai visto con i tuoi occhi l’ostilità di questa gente. Non possiamo sopportare oltre. Insegniamogli cosa vuol dire la parola “rispetto”.
Demarato: Sai qual è la cosa più comica, Cleomene? Che pensi di essere tanto furbo, ma l’unico tra noi che si fa continuamente prendere in giro da tutti sei proprio tu.
Cleomene (scuro in volto): Cosa vuoi dire, o mio Euripontide alleato?
Demarato: Ricordi quando abbiamo scacciato Ippia e gli altri Pisistratidi da Atene? Ho voluto darti retta solo perché ero re da poco tempo, ma oggi ho la conferma definitiva di quanto tu sia incredibilmente stupido.
Cleomene: Frena le tue parole, Demarato. È vero, avevamo rapporti di ospitalità con i Pisistratidi e il mio è stato un gesto poco carino, ma in quel caso non potevo venir meno ai suggerimenti della Pizia di Delfi.
Demarato: E credi ancora a quelle scemenze? Datti una svegliata, Cleomene. Le Pizie vengono corrotte in continuazione. Chiediti come mai, una volta scacciato Ippia e i suoi, non c’è stato verso di tenere saldo al potere il tuo uomo di fiducia tra gli Alcmeonidi.
Cleomene: Tu vorresti dire che…
Demarato: Voglio dire che sei stato fregato. E ora sei di nuovo giunto fin qui con un esercito radunato da tutto il Peloponneso per riprovarci di nuovo. Hai rotto, Cleomene, con questa tua ossessione di voler controllare Atene. Inoltre gli Efori ti avevano chiaramente detto di darti una calmata, ma tu hai voluto comunque tirare su questa pagliacciata, non dicendo niente a nessuno fino all’ultimo sui motivi della spedizione. Sappiamo tutti che, per i tuoi scopi, hai spinto anche Beoti e Calcidesi ad attaccare varie località dell’Attica. Infine, per quanto riguarda le truppe che abbiamo lasciato alle porte della città, sappi, Cleomene, che i Corinzi hanno già abbandonato le nostre file e presto lo faranno anche molti altri nostri alleati.
Cleomene: Pazienza. Rimarrebbero comunque i nostri uomini. Gli Spartani non fuggono mai davanti al nemico.
Demarato: Nessuno sta fuggendo davanti a nessun nemico. Semplicemente, ora mi riprendo tutti i nostri opliti e li riporto a casa.
Cleomene: Fermati, Demarato! Ragioniamo insieme. D’accordo, è come dici tu, ho voluto fare di testa mia. Però ormai quel che è fatto è fatto. Se ora ci tiriamo indietro, gli Ateniesi lasceranno perdere noi e volgeranno tutte le loro armi contro i Beoti e i Calcidesi. Sarà un bagno di sangue!
Demarato (facendo spallucce): E con questo?
Cleomene: Come sarebbe a dire “e con questo”? Puoi ancora impedirlo, Demarato.
Demarato: Dei Beoti e di quegli altri tizi non mi interessa nulla, è colpa loro se ti hanno dato retta. Ora ne pagheranno le conseguenze. Francamente, me ne lavo le mani.
Cleomene: Se la metti in questo modo, d’ora in poi le cose tra noi saranno molto diverse.
Demarato: Certo che saranno diverse. Di queste tue scemenze non ne voglio più sapere. Sono già d’accordo con gli Efori per una nuova legge, secondo la quale d’ora in poi solo uno dei due re andrà in spedizione fuori dalle mura, mentre l’altro rimarrà a Sparta.
Cleomene: Ecco bravo, continua a fare il cocco degli Efori. Torna pure sotto la loro sottana, ma sappi che mi ricorderò di questo affronto, te lo giuro.
Demarato (girando le spalle e andandosene): Come ti pare!
Cleomene (avvicinandosi a un albero e tirandogli un pugno): Dannazione!
Sacerdotessa (rialzandosi a fatica): F… fermo! Il nostro scontro non si è ancora concluso!
Cleomene: Donna, mi piace il tuo temperamento. Ti voglio al mio fianco. Mai come ora ho bisogno di nuovi alleati.
Sacerdotessa: Non starai dicendo sul serio, spero…
In un lampo Cleomene raggiunge la Sacerdotessa Guerriero e la afferra per il collo.
Cleomene (con sguardo spiritato): Invece sto dicendo proprio sul serio. Qual è il tuo nome, donna?
Sacerdotessa: P… Perialla. Il mio nome è Perialla…
Cleomene: Bene, Perialla, ho un’offerta per te che sono sicuro non vorrai rifiutare. In cambio dovrai soltanto tenerti pronta per un piccolo favore, la prossima volta che il mio socio Demarato prova di nuovo a mettermi i bastoni tra le ruote. Uh! Uh! Uh!