SAINT SEIYA CHRONICLES:
FIRST BLOOD

CAPITOLO F.08
EDUCAZIONE ALL'ONORE


 
Sparta, quartiere Limnai, nei pressi delle rive dell’Eurota.
Una folla di spartiati di ogni età acclama l’arrivo di un corteo di soldati, capitanato da alcune Sacerdotesse Guerriero e seguito in coda da diversi giovani. Tra la calca di gente pressata ai lati, si fanno strada Demarato e Ditirambo, per raggiungere una vecchia conoscenza del sovrano di Sparta.
Demarato: Ah, ma che coincidenza! Anche tu qui, Leotichide? E vedo che c’è anche la tua signora. Signora…
Demarato fa un inchino alla moglie di Leotichide.
Leotichide: Demarato, che splendida sorpresa!
Percalo, moglie di Leotichide: Caro, non mi hai mai detto che eri amico del sovrano! Quale onore, mio re!
Demarato: L’onore è tutto mio.
Leotichide: Demarato, vedo che ti sei portato dietro il tuo pupillo…
Demarato (fingendo stupore): Non vedo il tuo invece. Non mi dire… non mi dire che è uno degli efebi che stanno per ricevere l’iniziazione come iranes…
Leotichide: Già. Il mio figliolo è sempre stato un vero guerriero durante tutti gli anni dell’agogé. Si è sempre impegnato con ardore e questo è il giusto coronamento per tutti i suoi sforzi. È un vero peccato, invece, che il tuo aites, in quanto straniero, oltre a non poter ricevere la cittadinanza spartana, non ha potuto e non potrà mai beneficiare di un simile addestramento. Immagino poi che, avendo sempre vissuto in mezzo ai damerini ateniesi, non sarebbe nemmeno in grado di reggere una simile prova.
Demarato: Vedo che le notizie corrono veloci…
Percalo: Caro, non essere scortese con il nostro sovrano!
Demarato: Ditirambo, che dici, ti va di dimostrate a tutti gli Spartani il tuo valore?
Ditirambo (sfilandosi le vesti di dosso): Certamente!
Al centro della folla cinque giovani volgono le spalle alla Sacerdotessa Guerriero della Gru, pronti a ricevere la sua frusta. Un attimo prima che il rito inizi, Demarato irrompe nella scena per inserire tra i giovani anche Ditirambo.
Persone varie tra la folla degli spettatori: Questo è un oltraggio! Una cosa del genere è inammissibile! Oltre a essere uno straniero è anche troppo giovane! Se Re Cleomene sapesse cosa combina l’Europontide in sua assenza…
A un segnale di Demarato, la Sacerdotessa Guerriero inizia a frustare tutti e sei i ragazzi con la sua lunga frusta. Lo sdegno della folla si trasforma presto in una foga selvaggia.
Parenti vari in mezzo alla folla: Figlio, fagli vedere a quel tespiese col moccio cosa vuol dire essere un vero spartano! Forza, ragazzo, se non resti in piedi per ultimo, giuro su Efesto che ti rendo storpio! Più forte con quella frusta, per noi Spartani una frustata è poco più di un pizzico!
Percalo: Zeussidamo, cucciolo mio, resisti!
Mentre la frusta continua a sferzare le schiene dei sei giovani, Demarato ritorna in mezzo alla folla, a fianco di Leotichide.
Leotichide: Demarato, ho saputo cosa hai combinato tra i sepolcri reali della nostra dinastia qualche giorno fa.
Demarato: Non ho combinato proprio un bel nulla. Ho sentito che si sono scatenati dei tornado proprio nel mezzo del cimitero. È evidente che i nostri antenati sono adirati perché qualcuno ha tradito la città bassa per leccare il culo a coloro che discesero dal Terapne per mescolarsi a noi. Il tuo servilismo nei confronti di Cleomene presso la Skias era qualcosa di imbarazzante.
Uno dei cinque efebi spartiati sviene dal dolore e crolla a terra. Suo padre, disgustato, si avvicina per sputargli addosso. Il resto della folla continua ad acclamare chi ancora resiste alle sferzate della Sacerdotessa Guerriero.
Leotichide: Purtroppo nessuno ha potuto vederti da vicino, perché i tornado hanno tenuto lontano i curiosi, ma sono certo che tu eri lì e che c’entri qualcosa. Non sperare che mi beva la balla degli antenati arrabbiati.
Demarato: Credi quello che ti pare. Quella è la versione che ho diffuso in giro.
Leotichide: Ne hai dette parecchie in giro in questi giorni. Quando i leoni sono assenti, i granchietti ballano, eh? Com’è che tutta questa faccia tosta la tiri fuori solo quando Cleomene è assente e puoi sparlare alle sue spalle?
Altri due ragazzi spartiati crollano a terra, esausti. Durante tutto il rito, nonostante il dolore lancinante, nessuno dei partecipanti, sconfitti compresi, osa emettere un lamento. Rimangono in piedi ancora altri due efebi spartani e Ditirambo. La folla è in delirio.
Demarato: Mi addolora constatare che anche messo di fronte alle tue colpe, continui a prendere le parti della stirpe Agiade.
Leotichide: E a me addolora che per i tuoi scopi tu sia arrivato addirittura a disonorare i nostri avi. O forse dovrei dire… i miei avi?
Demarato: Non ti seguo…
Leotichide: Non fare il finto tonto. È voce comune che Re Aristone, alla tua nascita, abbia fatto il calcolo dei mesi e abbia esclamato a gran voce, e davanti agli Efori, che qualcosa non tornava.
Demarato: Come osi? A quanto pare necessiti di una bella lezione, amico mio. L’umiliazione che hai subito a Olimpia non ti è bastata. Ricordi, quando ti ho sconfitto alla quadriga vincendo la cloth del Cancro, vero?
Leotichide: Vuoi batterti, Demarato? Io sono sempre pronto.
Demarato: Battermi? E perché? Per umiliarti è sufficiente la figura barbina che ti farà fare tuo figlio tra poco. Guarda!
Un altro ragazzo spartano crolla in mezzo alla polvere. Rimangono in piedi solo Zeussidamo e Ditirambo. La Sacerdotessa Guerriero infligge la cinquantesima frustata ai due ragazzi. Ora che i contendenti sono rimasti soltanto in due, i colpi della Saint si fanno ancora più forti.
Percalo: Forza, cucciolo, resisti! Rendi orgogliosa tua madre.
La sacerdotessa infligge un’altra sferzata e poi inizia ad arrotolare la lunga frusta.
Persone tra la folla: Cosa succede? Perché si è fermata? Continua, donna, non vedi che sono rimasti ancora in due? Bisogna fargliela vedere a quello straniero chi è il migliore, forza!
Sacerdotessa Guerriero: La gara si è conclusa. In piedi vi sono ancora due persone, ma il cosmo di uno dei due si è già spento.
La folla ammutolisce e solo allora nota lo sguardo assente di uno dei due ragazzi, lo sguardo di un guerriero che, pur di non mostrare cedimento, preferisce morire rimanendo in piedi sulle sue gambe.
Sacerdotessa Guerriero: Il vincitore è lo straniero.
Leotichide (sgomento): Cos…?!
Percalo si avvicina al corpo di Zeussidamo e gli tira un calcio, facendolo cadere a terra a faccia in giù.
Percalo: Dannato incapace, tanto valeva buttarlo giù per l’Apotete quand’era nato.
Demarato (girando le spalle a Leotichide e muovendo qualche passo per andarsene): Hai perso, Leotichide… ancora una volta.
Leotichide: NON MUOVERE UN ALTRO PASSO, DEMARATO!
All’urlo di Leotichide la folla si allontana dai due e gli fa cerchio intorno.
Demarato (senza voltarsi): Leotichide, ora basta. Ti ricordo che mi hai mosso gravi accuse giusto pochi secondi fa. Non irritarmi ulteriormente, ti sei già umiliato abbastanza oggi.
Leotichide: Voltati, Demarato, e affrontami da uomo.
Demarato: Pfui! Posso sconfiggerti anche senza muovere un dito. Sei solo una nullità.
Leotichide (correndo in direzione di Demarato e caricando il pugno): L’hai voluta tu! PRENDI QUESTO!
Ditirambo: LASCIALO STARE! WIND TRIGGER!!!
Ditirambo per non coinvolgere innocenti genera un tornado di dimensioni molto ridotte, ma sufficiente per mettere al tappeto Leotichide.
Leotichide (a terra, tra sé e sé): Un… un tornado di colore viola… Quindi è così che stanno le cose…
Demarato (voltandosi): Leotichide, Leotichide… Sconfitto da un ragazzino che ha appena subito cinquanta frustate. Ma non ti vergogni neanche un poco?
Leotichide (cercando inutilmente di alzarsi): D-dannato… Giuro che questa me la paghi…
Percalo si avvicina a Leotichide.
Leotichide: Moglie, aiutami a tirarmi su.
Percalo (sputandogli addosso): E tu saresti un guerriero spartano? Non mi stupisco che quell’altro miserabile fosse figlio tuo.
Demarato: Mia signora, non si crucci per questo pover’uomo. È sempre stato così. Le ha mai raccontato di quando ha perso miseramente alla quadriga contro il sottoscritto?
Percalo: Mio signore, non aggiunga altro. Provo grande vergogna in questo momento.
Demarato: Non ha niente di cui vergognarsi. Lei è una donna meravigliosa, dotata di estrema grazia, nonché di un fisico scultoreo. Le mediocrità di altri individui non sono certo una sua colpa.
Percalo: Lei mi lusinga, mio signore.
Demarato: Invece di lusingarsi, perché non lascia perdere quel fallito e non sceglie per una volta di stare con un Vero Uomo™?
Demarato piazza un braccio sulle spalle di Parcalo e si allontana con lei.
Leotichide (tra sé e sé): Quando tornerà Cleomene vedrai come cambierà il vento, maledetto…
Demarato (passando di fianco a Ditirambo): Ragazzo mio, ora vai a curarti e riposati un po’. Ah, quasi dimenticavo, non te l’ho più chiesto… Ti sei ricordato qualche giorno fa di inviare i corvi a Egina come ti avevo chiesto?
Ditirambo: Certamente! Sono sicuro che gli Egineti siano stati avvertiti dell’arrivo di Re Cleomene come da sua indicazione. I miei corvi non sbagliano mai!
Demarato: Eccellente!