SAINT SEIYA CHRONICLES:
FIRST BLOOD

CAPITOLO F.25
L'ULTIMA CORSA (seconda parte)


 
Nel frattempo, dopo mille mirabolanti avventure, Filippide e la testa di Ema raggiungono le porte di Atene.
Filippide (barcollando e trascinando i piedi): Sei contento? Finalmente siamo arrivati a casa. Ne abbiamo superate parecchie insieme noi due, non ti pare? Potrebbero addirittura scrivere una serie su di noi. Le avventure di Filippide e Testa. Ti piace come titolo?
Testa di Ema (stretta tra le mani di Filippide): Punto primo. Non mi chiamo Testa. Mi chiamo Ema. Punto secondo. Non sono mai stato tuo alleato. Punto terzo. Tu stai sragionando per la stanchezza. Fammi il piacere di morire una buona volta e lasciarmi andare.
Filippide: Nuu! Ti prego, solo altri cinque minuti! Solo cinque, promesso!
Testa di Ema (cercando inutilmente di liberarsi dalla stretta di Filippide): Col cavolo!
Filippide (infilando uno straccio nella bocca di Ema): Ehi, ci sono delle guardie. Lascia parlare me.
Guardia1: Chi sei? Identificati! Cos’è quella roba che tieni tra le mani?
Filippide: Non… non sarete anche voi uomini degli Alcmeonidi, vero?
Guardia2: Qui le domande le facciamo noi!
Filippide: Ecco, ci risiamo… Portatemi dagli Arconti. Parlerò con loro e con loro soltanto.
Guardia1: Ehi, quest’uomo è Filippide, lo riconosco. Probabilmente porta notizie della battaglia contro i Persiani.
Guardia2: Mmmhhh… In tal caso non so se facciamo bene a farlo passare. Uh! Uh! Uh!
Filippide: Maledizione… Testa, non è che mi daresti una mano anche questa volta?
La testa di Ema fa un cenno muovendosi lievemente da destra a sinistra e viceversa. Alle spalle di Filippide sopraggiunge un’altra figura.
Santippo (in abiti civili): Uomini, cosa state aspettando?! Accompagnate questo importante messaggero dagli Arconti. Muovetevi, o giuro su Athena, vi faccio decapitare!
Guardie: S-subito!
Filippide (voltandosi): Nobile Santippo… ti ringrazio. Non avrei mai pensato di essere salvato proprio da qualcuno legato alla famiglia degli Alcmeonidi…
Santippo (strizzando l’occhio a Filippide): Tranquillo, Filippide. Non tutti gli Alcmeonidi sono dei farabutti. E nemmeno tutti quelli che aspirano a farne parte. Ti accompagnerò anch’io dagli Arconti e mi assicurerò che nessuno ti faccia del male. Facciamo in fretta, però. Hai bisogno di cure urgenti.
Filippide: S-sì!
 
Poco dopo, presso il Bouleuterion…
Santippo: Nobili Arconti, quest’uomo è giunto fin dalla piana di Maratona per portarvi notizie della battaglia contro i Persiani.
Arconte1: Ben arrivato, Filippide.
Filippide: Grazie, signore.
Testa di Ema (agitandosi e cercando di sputare lo straccio che ha in bocca): Mmmgghhhfffmnnnn…
Arconte2: Cos’è quella cosa che stringi tra le mani, figliolo? È… è viva?
Filippide: È la testa di un nemico, signore.
Arconte2: L-la testa? E il resto del corpo?
Filippide: Arriva più tardi.
I nove Arconti si guardano l’un l’altro stupefatti e iniziano a parlottare tra loro.
Filippide (un attimo prima di crollare a terra): Occupatevi di Testa, per favore. Lui… lui mi ha accompagnato per tutto il viaggio…
Santippo (accorrendo verso l’emerodromo): Filippide!
Ema si libera sia dallo straccio che dalla stretta di Filippide.
Testa di Ema (volando verso l’ingresso): Libero! Finalmente libero!
Arconte3: QUALCUNO FERMI QUELLA TESTA!!!
Santippo: BLAST WIND IMPULSE!!!
Prima che la testa di Ema riesca a fuggire, viene schiacciata con forza contro una parete della sala dalla tecnica di Santippo.
Testa di Ema: Un altro Saint?! Siete ovunque!
Santippo (mentre sorregge Filippide): Aspirante Saint, prego. Ma ho un buon maestro…
Diversi soldati si avventano sulla testa per bloccarla e infilarla in un sacco.
Arconte1: Portatela via e tenetela d’occhio. Capiremo poi cosa farcene.
Arconte4 (avvicinandosi a Filippide): Figliolo, tieni duro ancora un poco. Cos’è che volevi dirci?
Filippide: Volevo… volevo dirvi… che abbiamo vinto. Noi abbiamo vinto!
Subito dopo aver pronunciato queste parole, Filippide emette un rantolo e muore tra le braccia di Santippo.
Santippo: Filippide… sarai ricordato per sempre come un eroe.
Arconte3: Purtroppo questa notizia ci servirà a poco se non avremo presto un esercito per difendere le mura.
Santippo: Tranquillizzatevi, Arconti. Sono certo che il mio maestro e tutti gli altri saranno presto qui di ritorno. In questo momento staranno sicuramente correndo per raggiungerci e non si daranno per vinti tanto facilmente.
 
 
Nel frattempo, Milziade e i suoi compagni sono riusciti a fermare il contingente berserker grazie agli ultimi sigilli di Athena e grazie agli ultimi sprazzi di energia loro rimasti.
Milziade (seduto a terra, completamente stremato): Uomini, dovremmo… dovremmo rimetterci in marcia… Non abbiamo più tempo.
Eschilo: Nessun… nessun problema…
Eschilo si incammina muovendosi a zig zag, finendo per sbattere la testa contro un albero e svenire.
Sofane: Qualcuno dovrà rimanere qui a guardia dei Berserker.
Milziade (continuando a restare seduto): Chi non ce la fa più può rimanere qui a fare la guardia. Tutti gli altri lascino a terra l’armatura e le armi e inizino a camminare… Ebbene? Chi è che vuole rimettersi in marcia? Nessuno…?
Ditirambo (barcollando in direzione di Milziade): Credo sia ormai evidente che il nostro tentativo di precedere i Persiani sia fallito miseramente. Se non potrò fermare quei bastardi, voglio almeno prendermi una rivincita personale staccandoti quella testaccia maledetta dal collo. Finalmente vendicherò mio padre.
Dienece (frapponendosi tra i due): Fermati, Ditirambo. Non ti permetterò di fare del male al mio maestro.
Ditirambo: Levati di mezzo, spartano!
Ditirambo tira un pugno alla bocca dello stomaco di Dienece, facendolo crollare a terra.
Milziade (alzandosi a fatica): Pensi di farmi paura, ragazzino? Sono pur sempre un Gold Saint e tu un misero Silver Saint, non dimenticarlo. Prendi quest…
Sofane (raggiungendo di corsa i due contendenti): Fermati, Milziade! E anche tu, Ditirambo, smettila immediatamente!
Ditirambo: Vuoi provare a fermarmi anche tu, Sofane?
Sofane: Sì, se sarà necessario. Milziade non mi è molto simpatico, ma preferisco esserti di ostacolo, piuttosto che vederti condannato a morte da una corte marziale.
Ditirambo: D’accordo. Direi che sopportare oltre non mi è concesso. Ho già subito abbastanza per oggi… e anche per un altro decennio abbondante. Se qui non ho altro da fare, vi lascio alla vostra ipocrisia.
Sofane: Aspetta, Ditirambo. Non lasciarti sconfiggere dalle avversità. È capitato anche a me di voler mollare tutto all’improvviso, ma non è così che funziona. Non è per questo che siamo nati. La nostra missione è molto più importante di qualsiasi altra cosa.
Ditirambo: Con tutto il rispetto, Sofane, non me ne frega niente di quello che hai passato tu e di come pensi di aver risolto i tuoi conflitti interiori. Per quanto mi riguarda non voglio più saperne nulla né di voi né dei Persiani né di altre stupide battaglie. Addio.
Ditirambo si volta e, continuando a barcollare, si allontana dagli altri opliti.
 
 
Poco dopo, la flotta persiana giunge nei pressi del Falero. Sul ponte della nave ammiraglia Ares raduna i suoi più fidi collaboratori per celebrare il fatidico momento.
Ares: Bene, miei cari, tra poco Atene sarà nostra!
Deimos: ‘Sattoh…
Ares: E pensare che davo per scontato che l’esercito di Athena ci avrebbe sconfitti e invece… Invece devo complimentarmi con ognuno di voi per aver contribuito a questa nostra vittoria. Bravi. Bravi tutti!
Phobos: Devo dire che è stato molto stancante, ma io sono come una bestia, come una iena, capito? Come una iena indiavolata, capito? Ma avete capito o non avete capito? Vedo che avete capito. È molto difficile in questo intricato mondo di battaglie, secondo me, dire io sono più bravo di quello, io ha fatto più di quell'altro… Insomma, siamo legati tutti da fili di cosmo, da uno spago che ci unisce tutti quanti. Certo, c'è tanta gente che non si meriterebbe alcun encomio, no? Perché c'è tanta gente incolta nell’arte della guerra. Io mi ritengo, a scanso di equivoci, uno sterminatore, diciamo…  Molto estremo, chiaramente. Uno che lo fa per incentivare i propri sottoposti…
Ares (applaudendo non troppo convinto): Un bellissimo discorso, Phobos! Complimentoni!
Demarato: Ares, non mi parlavi di un gruppo di opliti che si era messo in marcia per tornare ad Atene? Siamo sicuri di averlo fermato?
Ares: Che importanza vuoi che abbia? Anche se, per assurdo, fossero riusciti a sbaragliare tutti i miei uomini, a quest’ora sarebbero stanchi morti. Se anche, dopo di questo, fossero stati ancora in grado di muovere un muscolo, avrebbero dovuto come minimo abbandonare armatura e armi per strada. La loro eventuale presenza risulterebbe, insomma, del tutto irrilevante.
Demarato (scrutando in lontananza): Strano, perché a me sembra di vederli belli arzilli.
Ares: Che cosa?! Mi stai dicendo che sono riusciti a tornare?
Demarato (scrutando in lontananza): Direi di sì. E con addosso l’armamentario completo.
Ippia: Lo sapevo! Lo sapevo che andava a finire male!
Ares: Zitto, menagramo! Non può essere che siano ancora in grado di contrastarci.
Demarato (scrutando in lontananza): Ti ripeto che li vedo belli pimpanti. Senti questo suono? Penso che ci stiano chiaramente avvertendo che non siamo i benvenuti.
Phobos: Mi fa imbestialire 'sta cosa. MI FA IMBESTIALIRE ‘STA COSA! SQUALLIDDIIII!!! SQUALLIDIIII!!!
Numerosi soldati sono radunati lungo il Falero. Mentre urlano improperi verso la flotta persiana, gli opliti tengono ben alzati gli scudi e li percuotono rumorosamente con le spade.
L’occhio allenato di Demarato nota la presenza di numerosi Spartani in mezzo al gruppo, ma decide di non riferirlo ad Ares.
Ares: Cosa consigli di fare, Demarato?
Demarato (poggiandogli una mano sulla spalla): Lasciamo perdere, va’. Sarà per una prossima volta.
Ares: Sigh! E va bene…
La flotta devia dalla sua rotta e si allontana da Atene.
 
 
Nel frattempo, al Falero…
Alfeo (tra sé e sé, mentre osserva la flotta allontanarsi): Sigh! Non solo non ho avuto occasione di incontrare Demarato, ma mi sono pure ritrovato costretto ad aiutare questi qua a sconfiggere i Persiani.
Temistocle: Hai detto qualcosa, Alfeo? Cos’è quella faccia? Dobbiamo tutti festeggiare. È solo grazie al tuo Another Dimension che abbiamo potuto teletrasportarci ad Atene e sventare i piani di Ares.
Alfeo (sforzandosi di sorridere): Una sciocchezzuola. Complimenti a te per l’idea, piuttosto.
Temistocle: Eh, cosa ci vuoi fare? Non potevamo certo sperare che quel montato di Milziade ritornasse in tempo. In quanto stratega ho dovuto prendere la situazione in mano e trovare una soluzione.
Alfeo: Temistocle, una domanda.
Temistocle: Chiedi pure.
Alfeo: Durante la battaglia, hai per caso visto il nostro ex sovrano Demarato combattere tra le file dei Persiani?
Temistocle: Non ti so dire con certezza se Demarato fosse presente sulla piana di Maratona. Ti posso solo dire che io non l’ho visto.
Alfeo: Capisco.
Leonida (poggiando le braccia sopra le spalle di Temistocle e Alfeo): Sono contento che noi tre Gold Saint siamo riusciti insieme in quest’impresa. È proprio in questo modo che il popolo greco dovrebbe sempre collaborare per raggiungere un bene comune.
Temistocle (con tono acido, scostandosi lentamente): Certamente, Leonida. Ed è per questo motivo che spero vivamente che tu possa guidare al meglio il tuo popolo la prossima volta che i Persiani decidono di farsi vivi. Magari arrivando anche in tempo sul campo di battaglia, che dici?
Leonida (afflitto): Farò del mio meglio, te lo prometto.
Temistocle (voltandosi e guardando verso degli inquietanti mucchi di carne): Ora dobbiamo solo capire cosa farcene di questi corpi e di queste teste di Berserker.
Aminia: Signore, mi scusi, guardi laggiù. Non è un corpo decapitato di Berserker quello che si sta avvicinando?
Temistocle: Oh, bella. E quello da dove arriva?
Santippo (con la testa di Ema tra le mani): Scommetto che è venuto a recuperare questa.
Testa di Ema: Corpo, da questa parte, veloce! Gliela faremo vedere a questi farabutti!
Santippo (avvicinandosi al mucchio di teste): Se ho capito bene, se la infilo in mezzo a queste altre teste ricoperte di sigilli dovrebbe starsene finalmente zitta, giusto?
Temistocle: Esatto.
Testa di Ema: Maledetti! Restituitemi il mio corpo! E ridatemi anche la testa di mio fratello Kokalo! Kokalo, sei lì in mezzo? Rispondi, fratello! Rispond…
La testa di Ema viene infilata con forza da Santippo nel mucchio di teste e finalmente si zittisce. Alcuni soldati ateniesi si divertono a spintonare il corpo del Berserker e passarselo l’un l’altro.
Temistocle: Ehi, voi, laggiù! Piantatela di giocare e applicategli un sigillo.
Santippo: Temistocle, forse so come sbarazzarci di questi corpi immortali.
Temistocle: Sentiamo la tua idea.
Santippo: È molto semplice. Li teniamo tutti nella vecchia arena abbandonata e circondiamo anche il perimetro di sigilli, in modo che nessun nemico possa avvicinarsi.
Temistocle: Sì, non mi pare una brutta idea. Io pensavo di buttarli in fondo all’oceano con tanto di sigilli, ma in effetti in questo modo potremmo assicurarci di persona che nessuno li liberi di nuovo.
Santippo (guardandosi in giro): Ma… il mio maestro non è tra voi?
Temistocle: È con il gruppo di Milziade. Vedrai che arriveranno tutti… prima o poi…
Santippo: Milziade… quel subdolo individuo… Ho scoperto solo di recente della porcata che ha combinato con il padre di Ditirambo. Mi piacerebbe tanto fargliela pagare un giorno per tutti i suoi crimini.
Temistocle: Vedrai che quando riuscirai finalmente a sposare la tua Agariste, diventerai un pezzo grosso tra gli Alcmeonidi e potrai far valere la tua voce.
Santippo: Già… Poi mi basterà soltanto un suo passo falso per metterlo alle corde.
Temistocle: Speriamo.
Santippo: Intendiamoci. Non che gli altri demagoghi che girano qui ad Atene mi piacciano granché. Te compreso, Temistocle. Anzi, spero che tu abbia messo al sicuro il tesoro raccolto sul campo di battaglia senza intascarti nulla.
Temistocle: Tranquillo. Se ne sono occupati i miei uomini. Gente fidata.
Santippo: Certo, come no…
Temistocle: Su, non essere così duro. Come ho già detto ad Alfeo, oggi è giorno di festa. E quindi andiamo a festeggiare! Abbiamo ancora da parte un sacco di Retsina che ci è avanzato dall’ultima bevuta che ci siamo fatti prima della partenza.
Santippo: Ssssì…
Temistocle: UOMINI, BASTA PERDERE TEMPO!!! ANDIAMO A SIGILLARE LA FECCIA BERSERKER NELLA VECCHIA ARENA E POI TUTTI A BERE!!!
Spartani: AU! AU! AU!
Ateniesi: EVVIVA MILZIADE!!!
Temistocle: Ma che…
 
 
Nel frattempo, dalla balaustra della nave ammiraglia persiana, Ares contempla il mare pensieroso.
Figura misteriosa alle sue spalle: Allora, com’è andata?
Ares (senza voltarsi): È andata come doveva andare. Tu, piuttosto, come ti butta?
Figura misteriosa: Le solite cose. Ho sentito dal novellino che è stato pestato per bene da un semplice Silver Saint e la cosa mi ha incuriosito. Durante la prossima guerra voglio esserci anch’io.
Ares (voltandosi): Ne sei certo, Eaco? Hades non vi ha vietato di combattere contro i Saint?
Eaco (sorridendo): Hades dice un sacco di cose, ma in fondo in fondo è contento se mostriamo in giro che non devono sottovalutarci. E dal momento che Rhadamanthys e i suoi hanno collezionato solo brutte figure, forse è il caso che mi dia da fare io come si deve.
Ares: Ci sarà da attendere un po’, temo. Prima della prossima guerra potrebbe passare del tempo. I Persiani devono riorganizzarsi, io devo riorganizzarmi, la solita burocrazia…
Eaco: Non c’è problema. Non ho fretta. Cosa fai, adesso? Ritorni di sotto? Io e gli altri Specter abbiamo immaginato che sarebbe andata a finire male e così, insieme ai mortacci, ti abbiamo organizzato una festicciola per tirarti su il morale.
Ares: Vi ringrazio. Resto ancora un po’ qui a godermi la brezza. Tu vai pure avanti. Io, Deimos, Phobos e gli altri ti raggiungiamo tra poco.
Eaco: Ottimo, a dopo. Ti aspettiamo.
Eaco afferra una scaletta che gli viene calata dall’alto e risale sulla sua nave volante. La nave prende il volo a vele spiegate, ma dopo poco devia a novanta gradi e precipita in mare, in direzione del centro della terra. Ares ritorna a osservare il mare.