SAINT SEIYA CHRONICLES:
FIRST BLOOD

CAPITOLO F.23
MARATONA (terza parte)


 
Shilfield di Basilisk: ANNIHILATION FLAP!!!
Sofane (mentre viene sbalzato in aria): BUUARRGGHHH!!!
Shilfield: Il signor Hades e il signor Rhadamanthys mi hanno vietato di combattere contro i Saint, ma dal momento che sostieni di non voler più essere un soldato di Athena, posso finalmente porre fine al nostro duello.
Sofane (disteso a terra): Sono contento per te. Procedi pure.
Shilfield: ANNIHILATION FLAP!!!
Sofane: UAAARGH!!!
Sofane viene sollevato da terra dalla forte folata di vento e lanciato contro il fusto di un albero. Il guerriero ateniese non prova neanche a reagire o ad attutire l’impatto.
Sofane (di nuovo a terra): Avanti, cosa aspetti? Perché non sento le mie membra intorpidite dal tuo veleno?
Shilfield: Perché non sto usando alcun veleno. Se avessi voluto infierire su un cadavere sarei potuto restarmene negli Inferi, non credi?
Sofane (rimanendo disteso a terra): Mi spiace deludere le tue aspettative, Specter, ma io ormai ho smesso di combattere.
Shilfield: E come mai questa decisione?
Sofane: Perché sarebbe del tutto inutile.
Shilfield: Come immaginavo. Hai parlato con Deimos.
Sofane: Non ha importanza con chi ho parlato.
Shilfield: Esatto. Non ha alcuna importanza con chi hai parlato e quello che ti ha detto. Pensi che per te, soldato di Athena, sia veramente cambiato qualcosa rispetto alle tue convinzioni del passato? Anche se le leggi degli dèi faranno in modo che Athena vinca in ogni caso questa guerra, pensi che la vittoria non sarà ottenuta grazie al contributo di ognuno dei tuoi compagni? Veramente ti interessa soltanto il risultato finale? In tal caso, allora, non ti dispiacerà se userò il mio veleno per indebolire tutti i Saint e far sì che ne sopravviva il meno possibile…
Sofane: Stai… stai bluffando. Mi hai detto tu stesso che non puoi combattere contro i Saint.
Shilfield (muovendo le ali in direzione del fronte greco): E chi è che combatte? Se me ne sto qui a far prendere un po’ d’aria alle mie ali, non vuol dire che sto combattendo.
Sofane: N… non farlo!
Shilfield si avvicina a Sofane e gli schiaccia la testa sotto il calcagno.
Shilfield (continuando a muovere le ali in direzione delle linee greche): Taci! Non mi interessa se sei stato colpito dalla tecnica di Deimos. La gente come te mi fa schifo! Per tutta la vita ho vissuto nella più completa solitudine. Chiunque si avvicinasse al deserto creato dai miei stessi miasmi non poteva che soccombere. Poi, lo stesso giorno in cui tu e il Saint del Toro scendeste negli Inferi, ebbi finalmente l’onore di conoscere qualcuno che poteva restarmi accanto senza morire. A lui, al mio signore Rhadamanthys, ho giurato fedeltà. Lui solo ha saputo dare un senso alla mia vita. Tu invece hai sempre avuto tutto e, nonostante questo, sei pronto a lasciartelo alle spalle in nome di stupidi ideali.
Sofane: S… stupidi ideali? Mi spiace che tu abbia tutto questo bisogno di affetto, ma i miei ideali sono qualcosa di molto più importante. E questa battaglia… queste incessanti guerre non hanno alcun senso se a generarle è proprio colei per cui stiamo combattendo.
Shilfield: Mi devo forse ripetere? Possibile che tu sia così stupido? Un soldato deve solo ubbidire ai propri ordini. È questo l’unico peso che in guerra deve portarsi sulle spalle. Davvero pensi che per te faccia qualche differenza il motivo per cui uccidi altri uomini? Se non ci fossero guerre sulla faccia della terra credi sul serio che te ne staresti tranquillo sotto un albero, con un fiorellino tra le labbra, a goderti la brezza della sera? Athena può spingere gli uomini alla guerra quanto vuole, ma se sei diventato Saint è solo perché sei un essere violento, bramante di sangue e di ossa rotte. Te ne vai in giro con un’ancora legata in vita perché credi che avere uno strumento di morte sempre con sé faccia figo. Questo non ti suggerisce nulla? La tua dea ti ha solo dato un motivo, una direzione verso cui convogliare il tuo desiderio di morte. Dovresti ringraziarla invece di sputare nel piatto in cui mangi. Se non ci fosse stata lei, probabilmente saresti diventato un picchiatore al soldo di qualche signorotto locale, un teppista o addirittura un pericoloso malvivente. Ma cosa parlo a fare, in fin dei conti? Sei solo un verme che non sa apprezzare i doni della vita. Sparisci in un’altra dimensione, mentre io finisco di fiaccare l’esercito di Athena. ANNIHILATION FLAP!!!
Sofane: N…no, aspetta! LAPIS FUGITIVUS!!!
Sofane viene sbalzato via dalla tecnica di Shilfield, ma, lanciando la sua ancora, riesce a conficcarla profondamente nel terreno e a non cadere così nel varco dimensionale.
Shilfield: Vedo che hai iniziato a reagire. Purtroppo per te è ormai troppo tardi. IGNIS REGIS!!!
Shilfield unisce alla sua tecnica basata sul vento un potente getto di fuoco vivo. Sofane viene investito dalle fiamme ed è costretto a lasciare la catena, diventata anch’essa rovente.
Shilfield: Fai buon viaggio, Sofane!
 
L’ironico augurio di buon viaggio è l’ultimo stimolo esterno che Sofane percepisce prima di perdere i sensi e ritrovarsi a galleggiare in un denso liquido scuro, sotto un cielo privo di luce e di stelle.
Con ampie bracciate, il guerriero cerca di tornare indietro per salvare i suoi compagni, ma, pur essendo un provetto nuotatore, una forte corrente lo trascina all’indietro, con sempre maggiore impeto. Sofane, annaspando per restare a galla, si accorge ben presto di essere trascinato verso il centro di un vortice, in un ampio tragitto a spirale. La forza dirompente delle acque non gli dà tregua e dopo poco comprende che nuotare è del tutto inutile. Nonostante questo, egli si guarda attorno, in cerca di un aiuto o di una qualche possibile soluzione.
Quando ormai tutto sembra perduto, girando a velocità prodigiosa in una conca sempre più profonda di turbinanti acque nere, Sofane intravede, nel buio pesto che lo attornia, un lontano e minuscolo bagliore diventare sempre più grande e sempre più luminoso al suo appropinquarsi. Mancano pochi secondi prima che Sofane venga inghiottito dal gorgo e sopra di lui ora si staglia la Nave della Speranza, sospesa nell’aria. Sofane allunga una mano verso la forte luce che si diffonde dalla carena e, come risposta, dal ponte viene lanciata una cima, che il Saint afferra. La sensazione al tatto non è però quella di una corda, bensì di una catena. Sofane apre gli occhi e scopre di essere ancora con i piedi per aria, in balia del vento di Shilfield. È passata solo una frazione di secondo da quando aveva perso i sensi e ora stringe di nuovo nella sua mano la catena della sua ancora. Il calore è insopportabile, ma stavolta Sofane non molla la presa.
Shilfield: Sei ancora lì? Se non sei in grado di affrontare nemmeno il fuoco del Basilisco, di certo non potrai affrontare le fiamme e la brutalità dei Berserker. Lascia la presa, quindi. È inutile. Un uomo come te non serve più a nessuno. E se non bastano le mia parole a fermarti, eccoti un’altra vampata del re delle lucertole: IGNIS REGIS!!!
Sofane, sospeso in aria e tenendosi all’estremità della catena della sua ancora per non essere lanciato in un’altra dimensione a causa del vento di Shilfield, viene di nuovo investito dalle fiamme del Basilisco. Il guerriero chiude gli occhi e cerca dentro di sé la luce che poco prima, nella sua visione, aveva visto irradiarsi dalla carena della Nave della Speranza. Lo stesso vortice che lo stava per inghiottire poco prima, si diffonde ora a spirale dal suo petto, diventando sempre più denso e riempiendo tutto il suo corpo. Sofane, concentrandosi al massimo, riesce a espandere dalla punta delle dita fino a quella dei piedi l’immenso cosmo che genera dentro di sé, fino a saturare ogni singola cellula di cui è composto. Egli è ora padrone della stessa luce che proveniva dalla Argo e il calore delle fiamme di Shilfield non è più un problema.
Sfruttando la catena a cui è aggrappato, Sofane si dà una forte spinta con le braccia, grazie alla quale riesce a raggiungere l’avversario, riuscendo a vincere sia il vento che le fiamme del Basilisco. Caricando il pugno sul fianco il Saint sta per riversare tutto il proprio cosmo su Shilfield, ma una figura si frappone tra i due.
Rhadamanthys (con le braccia aperte): Basta così!
Sofane (lanciando comunque la sua tecnica): Uoooohhh… KRAVGÍ TÍS ATHINÁS!!!
Shilfield: Che luce accecante… Ma che razza di tecnica è mai questa?!
La tecnica di Sofane investe in pieno Rhadamanthys, che rimane immobile nella sua posizione, proteggendo il suo sottoposto. Il Giudice sembra non risentire dell’incredibile colpo.
Sofane: Non… non gli ho fatto niente?
Rhadamanthys (girando il capo): Shilfield, ti ho osservato per tutto il combattimento. Ti sei comportanto bene, ma hai perso il tuo duello.
Shilfield: Signor Rhadamanthys, non ho ancora subito nemmeno un graffio, posso ancora combattere!
Rhadamathys: Ti dico invece che il duello termina qui. Se non ci fossi stato io, saresti stato disintegrato dalla tecnica di Sofane. Inoltre, come ti ho già detto in passato, non abbiamo il permesso di combattere contro i Saint.
Shilfield: Ma Sofane ha rinunciato al suo titolo!
Rhadamanthys: No, Shilefield. Colui che hai di fronte è di nuovo un soldato di Athena.
Sofane si avvia di nuovo verso il campo di battaglia. Lungo il suo percorso, i pezzi della sua armatura da cui si era separato tornano autonomamente a riposizionarsi sul suo corpo. Per ultima, anche la sua ancora si disincaglia dal terreno e ritorna al suo fianco. Quando Sofane è ormai già lontano, la surplice del Giudice Infernale finisce in mille frantumi.
Shilfield: S-signore!
 
Nel frattempo, Temistocle e i suoi continuano ad affrontare il reparto centrale del fronte persiano.
Temistocle: FREEZING SWORD!!!
In una frazione di secondo, Temistocle genera l’immenso spadone di ghiaccio che aveva già utilizzato presso l’isola di Egina e, con un fulmineo movimento del braccio, taglia diverse teste di soldati berserker, colti di sorpresa. Tra le teste a cadere vi è anche quella di Kokalo.
Ema: FRATELLO, NO!!!
Testa di Kokalo (mentre rotola a terra): Piantala di preoccuparti, fratello! Stai diventando imbarazzante! Non hai di che temere. Noi dell’Armata delle Fiamme possiamo ricomporre il nostro corpo tutte le volte che…
Mentre sta parlando, la testa rotola fino ai piedi di un soldato con un grande lambda rosso dipinto sullo scudo. Prima che Kokalo possa concludere la sua frase, un foglietto di carta viene apposto sulla sua fronte.
Testa di Kokalo: UUAARGGHH!!!
Temistocle: Tu… tu sei uno spartano! GLI SPARTANI SONO GIUNTI AD AIUTARCI!!!
Urla di giubilio si sollevano dalle tribù di Leontide e di Antiochide.
Dienece: Ehmmm… Spiace deludervi, ma ci sono soltanto io.
Temistocle: Cos…?! Gli Spartani non si sono mossi?
Dienece: Ignoro se siano già partiti, ma sicuramente non arriveranno in tempo. Io sono venuto fin qui per portarvi questi.
Temistocle (avvicinandosi per guardare): Ma quelli sono…
Dienece mostra il contenuto del suo sacco allo stratega ateniese.
Dienece: Sì, sono sigilli vergati con il sangue di Athena. Sono da parte degli Efori di Sparta.
Temistocle: Avrei sperato in un contingente di supporto, piuttosto che in un sacco pieno di foglietti. Però…
Ema: Fratello, perché non riunisci la tua testa al corpo? Cosa ti è successo, fratello?
Temistocle: Mmmhhh… In effetti la testa ha cessato di muoversi e di parlare…
Il corpo decapitato di Kokalo si fa strada a spallate tra i soldati ateniesi per riunirsi alla sua testa. Non appena è a tiro, Dienece gli lancia addosso un sigillo. Il corpo crolla a terra come un sacco di patate.
Temistocle: Soldati! Passatevi l’un l’altro questi sigilli e usateli per immobilizzare i corpi smembrati dei Berserker. Finalmente abbiamo una possibilità di fermarli! Non sono infiniti, quindi non appena possibile dovremo accatastare i corpi e le teste in dei mucchi, legarli insieme e cercare di utilizzare meno talismani possibili!
Soldato berserker: Non sottovalutateci, Saint. UARGGHH!!!
Il soldato berserker finisce a pezzi sotto i colpi delle lance e delle kopis ateniesi e subito sigillato.
Temistocle: Dobbiamo portare questi sigilli anche alle altre tribù. E al più presto!
Sofane: Ci penso io.
Temistocle: Sofane! Sei ancora vivo!
Sofane: Sì, sono di nuovo dei vostri. E devo ringraziare uno Specter per questo.
Temistocle: Uno Specter?!
Sofane: Lunga storia. Dammi qua.
Sofane prende il sacco e si avvicina al relitto della Argo. Con il taglio della mano si recide un polso e bagna le tavole della Nave con il proprio sangue.
Sofane: Nave della Speranza, ti chiedo un ultimo sforzo. Un ultimo breve volo per salvare il popolo dell’Ellade. Credi in me, come ora io credo nuovamente in te.
La nave ritrova nuova linfa vitale grazie al sangue e al cosmo di Sofane. Numerosi scricchiolii e schiocchi violenti provengono dal fasciame, dalla chiglia e da tutta l’ossatura della Argo; i cordami si tendono, l’albero si raddrizza; il profilo della nave riprende forma.
Non appena Sofane sale a bordo e afferra saldamente le razze del timone tirandole a sé, la Argo si alza in volo. Man mano che le altre tribù coinvolte nel conflitto vengono sorvolate dalla nave, numerosi sigilli vengono lanciati da Sofane verso le truppe, mentre Temistocle, da terra, comunica mentalmente ai suoi compagni il modo migliore per utilizzarli. Più volte i Berserker cercano di contrastare i propositi dei due Saint scagliando vampate di fuoco verso la Argo, ma né la nave né Sofane e né i sigilli sembrano risentirne minimamente.
 
Temistocle (arretrando e andando nelle retrovie): Bene! Mentre finiamo di massacrare e sigillare i Berserker, è imperativo che qualcuno raggiunga le mura di Atene prima della flotta persiana. Dobbiamo comunicare ai nostri di non aprire le porte ad Ares, in quanto a breve arriveremo in soccorso della polis. Filippide sei tu il nostro uomo!
Filippide (disteso a terra): Signore, come può vedere, sono tutto un dolore. Non potremmo inviare i corvi di Ditirambo?
Temistocle (scrutando in lontananza): Non li vedo più. Facile che siano tutti morti.
Filippide: D’accordo, niente corvi. Non potremmo mandare Eucle, l’altro emerodromo?
Temistocle: Morto pure lui.
Filippide: Sigh! Spero almeno che mi sia concesso l’uso di un cavallo.
Temistocle: Mi spiace, ma sono abbastanza certo che i Persiani abbiano previsto questa mossa e li abbiano imbarcati tutti.
Filippide: Non ne è rimasto proprio nessuno? Nemmeno uno piccolo piccolo?
Temistocle (scrutando in giro): No, direi proprio di no.
Filippide (alzandosi a fatica): Sigh! Va bene, ho capito. Ci vado a piedi fino ad Atene.
 
Nel frattempo, Eschilo, approfittando del disorientamento dei Berserker in seguito all’arrivo dei sigilli di Athena, riesce a sfondare le linee nemiche e a proseguire in direzione del mare, per raggiungere suo fratello. Quello che trova, però, è soltanto il cadavere orribilmente mutilato di Cinegiro.
Eschilo (crollando sulle ginocchia): Fratello, ti vantavi di essere il più valoroso tra gli Ateniesi e ora mi abbandoni così? Noi due siamo sempre stati l’uno l’opposto dell’altro, ma ora sento come se mi avessero tagliato via metà del corpo. Ti prometto che onorerò al meglio questa vita spezzata e, con o senza nebbia rossa, da oggi in poi porterò il tuo spirito guerriero dentro di me e dedicherò la mia vita ad annientare i nostri nemici. Uniremo il nostro pugno contro il medesimo avversario e combatteremo insieme come un Saint completo.
Ditirambo (avvicinandosi a Eschilo dopo aver estratto la freccia dalla gamba): Tuo fratello si è comportato come un vero eroe e sono certo che il suo nome rimarrà impresso nella storia. Ora alzati. I Berserker stanno arrivando alla spiaggia. Vendichiamo i nostri cari e uccidiamo quei cani.
 
Come affermato da Ditirambo, numerosi Berserker si stanno dirigendo verso la spiaggia. Con l’aiuto dei talismani provenienti da Sparta, infatti, le due ali dell’esercito greco sono riusciti a passare in vantaggio sui loro avversari e a mettere in fuga i Berserker ancora in grado di muoversi. Pensando di mettersi in salvo, i guerrieri di Ares si ritrovano invece ad affrontare una minaccia ancora più grande: due Saint trasformatisi in due spietate macchine da guerra.
Mentre Ditirambo e Eschilo iniziano la loro carneficina, Milziade ordina alle due ali di convergere e prestare soccorso alle tribù di Leontide e di Antiochide. Il centro persiano, ritrovandosi sotto attacco da tre versanti diversi, cerca di arretrare, ma la strada gli viene tagliata dalla Argo, che si schianta a terra dietro di loro. Dal relitto fuoriesce Sofane, con la sua ancora in mano e bramoso di falciare teste.
Sofane: Mia Argo, ti prometto che non appena tutto questo sarà finito, ti farò rimettere a nuovo dai migliori carpentieri di Atene!
Il drappello di soldati berserker, ora completamente circondato, viene presto sconfitto dalle forze greche.
Ema (circondato dai nemici): Maledetti! Vendicherò mio fratello Kokalo!
Temistocle: Arrenditi, Berserker. Sei rimasto da solo. Non hai possibilità di scampo!
Ema (continuando a tenere testa ai Greci): Non pensiate di averci già sconfitti. Fermerò il vostro emerodromo e le porte di Atene si spalancheranno al mio signore Ares.
Temistocle: E come pensi di fare, sbruffone? Filippide sarà già piuttosto lontano. L’unico modo di raggiungerlo sarebbe il teletrasporto.
Ema scompare all’interno di una bolla di cosmo cremisi.
Temistocle: Ops…
Milziade: Ateniesi! Amici plateesi! Ora che il centro è sconfitto, raggiungiamo i fuggitivi e finiamoli!
Soldati greci (all’unisono): SÌÌÌÌÌÌÌ!!!
I Greci si dirigono verso la spiaggia, trovando una distesa sanguinolenta di pezzi di corpi che cercano goffamente di riunirsi, finendo per fare confusione e attaccarsi tra loro in maniera errata. La superficie del mare è tinta di rosso e in mezzo a tutto il mattatoio si stagliano i feroci profili di Ditirambo e Eschilo, ricoperti di sangue dalla testa ai piedi.
Eschilo: Abbiamo vinto?
Temistocle: Sì, Eschilo. Abbiamo vinto grazie alla mia idea di far pervenire a tutti quanti gli straordinari sigilli di Athena.
Dienece (prostrato ai piedi di Milziade): Venerabile Saint dello Scorpione, sono giunto fin qui da Sparta per portarti l’aiuto dei sigilli di Athena e per chiederti di prendermi come tuo allievo.
Soldati greci: Quindi è tutto merito di Milziade! EVVIVA MILZIADE! EVVIVA IL NOSTRO SALVATORE!!!
Temistocle: Ma porc…
Milziade: Grazie! Grazie a tutti! Avevo progettato tutto fin dall’inizio, ovviamente. Beh, sapete come sono fatto, no?
Deniece: Dunque mi accetterà come suo allievo, non è vero, mio signore che ha progettato tutto fin dall’inizio?
Soldati greci: Certo che lo farà! Evviva il grande maestro Milziade!
Milziade (guardandosi in giro nervoso): Sì, certo che ti accetterò come mio allievo! Ci mancherebbe altro!
Deniece: Evvai!
Soldati greci: EVVIVA LA GENEROSITÀ DI MILZIADE!!!
Milziade: Grazie! Grazie ancora! E ora, come premio per la mia grande vittoria, mi venga portata una corona d’olivo!
Sofane (avvicinandosi sprezzante): Milziade, quando avrai vinto i barbari combattendo da solo, allora chiedi anche di essere onorato tu solo!
Il gelo e il silenzio calano sulla scena.
Milziade: Ehmm… Ma certo! Questa è una vittoria di tutto il popolo libero di Atene e di Platea nei confronti dell’invasore. Una vittoria della civiltà occidentale e della democrazia sulla tirannia. Cose così. Stavo ovviamente scherzando, Sofane!
Soldati greci (molti meno rispetto alle precedenti ovazioni): Evviva Milziade!
Milziade: Uomini! Ora basta con i festeggiamenti! Sperando che non sia successo nulla di male al nostro emerodromo, affrettiamoci a raggiungere Atene. Se possibile, dobbiamo arrivare a casa prima di questa sera! So che siete parecchio stanchi, so che vi chiedo molto, ma è prerogativa dei Saint quella di compiere miracoli e quindi noi nelle prossime ore compiremo un ulteriore miracolo e correndo a piedi batteremo sul tempo la flotta persiana!
Soldati ateniesi e plateesi (all’unisono): SÌÌÌÌÌÌÌ!!!
Dienece: AU! AU AU!
Temistocle (rivolto alla tribù di Leontide): Bene, uomini. Per una volta Milziade ha ragione. Muoviamoci e raggiungiamo Atene prima dei Persiani!
Milziade: No, Temistocle! Antiochide e Leontide rimarranno qui insieme ai loro strateghi.
Temistocle: Come sarebbe a dire?!
Milziade: C’è molto da fare anche qui. Bisogna apporre i sigilli sui soldati massacrati da Ditirambo ed Eschilo, seppellire i nostri morti e…
Temistocle: Non ci penso neanche! Voglio esserci ad Atene insieme a tutti gli altri!
Milziade: Eeee… e c’è anche da custodire l’ingente bottino lasciato dai Persiani…
Temistocle: L’ingente bot… Beh, sì, in effetti penso che io e i miei dovremmo rimanere qui. Grandi responsabilità ci attendono! Bravo, Milziade! Bella idea! Mi sei sempre stato simpatico, lo sai?
Milziade (girandosi verso gli altri soldati): Ora basta con le ciance. ANDIAMO, UOMINI! DI CORSA! VIA, VIA, VIA! HOP, HOP, HOP, HOP!
 
  
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NOTE

Traduzione delle tecniche di Sofane che compaiono in questo capitolo:

KRAVGÍ TÍS ATHINÁS [ κραυγή τς θηνς] --> Urlo di Athena
 
È proprio quell'Urlo di Athena? Più o meno sì e nella mia storia è legato all'urlo che emetteva la trave sacra della Argo nelle Argonautiche di Apollonio Rodio. L'argomento verrà comunque meglio approfondito in "Saint Seiya Chronicles: Soul of Berserker".