SAINT SEIYA CHRONICLES:
FIRST BLOOD

CAPITOLO F.18
FURIA OMICIDA (seconda parte)


 
Dopo essersi lasciata alle spalle l’arcipelago Dodecaneso, l’immensa flotta persiana raggiunge le Cicladi, sbarcando presso l’isola di Nasso. All’arrivo dei nemici, gli isolani fuggono verso i monti. Ares raduna i suoi più fidi collaboratori per discutere le successive mosse.
Ares: Qui inizia il mondo greco al di fuori della mia giurisdizione. Qui credo sia giusto e doveroso dare inizio alla vendetta del popolo persiano nei confronti di coloro che diedero alle fiamme la città di Sardi. Cosa ne pensi, Phobos?
Phobos/Dati: Penso che i Greci ci stiano tenendo per la coda, mentre noi vogliamo andare avanti, vogliamo espanderci, vogliamo espandere la nostra mente, vogliamo espandere la nostra cultura. E invece cercano di sopprimerci, di chiuderci dentro dei confini, di farci diventare uguali agli altri. Perché se uno si comporta così, significa che dentro cova il male, cova l'invidia, cova il livore. Ma… cioè… questa è una cosa schifosa. È una cosa schifosa, indegna, indecente… C’è però un vecchio detto. Dice: chi tocca i Persiani muore. Ed effettivamente tutti quelli che ci hanno fatto qualche torto, per una ragione o l'altra, sono andati a finire male. Si divertono a farci incazzare. Io l’ho capito. Si divertono a farci INCAZZAREEE!!! ULTIMIIII!!! SCHIFOSIII!!!! ULTIMI!!! È UNA VERGOGNAAA!!! È UNA VERGOGNAAA!!! HAI CAPITOOO?
Ares: Ti sei spiegato benissimo. Ora prendi con te Ema e Kokalo e andate a dare fuoco all’intera città. Mi raccomando che non resti in piedi nessun edificio sacro. Deimos! Raduna una squadra e andate a catturare i fuggitivi. Facciamogli capire che la Grecia e tutti i suoi abitanti sono nostri di diritto.
Deimos/Artaferne: Sheshe, quest'è il mare nostro, quest'è il mare nostro, questo nonèsciashhshh... è la nostra spiaggia, shcshsh quest’è… quest’è…
Ares: E BASTA! Sì, è tutto nostro. Ora vai! E vedi di fare in fretta!
Deimos: È loggico… Tutto di getto, eh…
Deimos si allontana per adempiere ai propri incarichi. Phobos lo segue da presso aiutandosi con il suo Bastone Infernale.
Ares: Demarato, come andiamo con la tabella di marcia?
Demarato: Benissimo! Dovremmo raggiungere la nostra destinazione finale secondo i tempi prestabiliti.
Ares: A proposito della destinazione finale… Ippia, sei sicuro su quella cosa di affrontare gli Ateniesi presso la piana di Maratona?
Ippia: Assolutamente sì. Guarda che cos’ho con me…
Ares: Che cos’hai?
Ippia tira fuori dalle tasche un po’ di interiora di animali.
Ippia: Guarda, mio signore. I presagi sono chiari. Il luogo è quello giusto e da queste budella si capisce chiaramente che gli dèi sono dalla nostra parte.
Demarato (con disprezzo): Ippia, fai proprio schifo.
Ares: Ippia, metti via quella roba. Certo che gli dèi sono dalla nostra parte. Ti ricordo che io sono una divinità.
Ippia: Certo, certo. Ma è meglio andare sul sicuro, no?
Ares: Precisamente. E proprio per questo ci stiamo assicurando la vittoria su ogni fronte. Se rispettiamo fino in fondo la tabella di marcia attaccheremo gli Ateniesi durante le feste Carnee e in questo modo gli Spartani se ne staranno a casa loro e non ci daranno fastidio. Per quanto riguarda Atene, se quanto hai detto sugli Efori è giusto, Demarato, il Santuario non vedrà l’ora di aprirci le porte.
Ippia: Bah…
Demarato: Non hai di che preoccuparti, Ares. E neanche tu, Ippia.
Ippia: Non mi preoccupo, infatti. Anche nel caso tu ti sbagliassi, io ho ancora molti sostenitori proprio tra le fila degli Alcmeonidi che non desiderano altro che riavere questa vecchia pellaccia come tiranno della città.
Demarato: Tanto meglio. In poche parole, l’unica incognita sono i soldati che incontreremo a Maratona…
Ares: Niente affatto! Proprio in questo momento, grazie al mio influsso divino, tutti i Saint di Atene, di Egina e di Argo si stanno massacrando tra di loro. Vedrete che entro stasera non ne rimarrà vivo neppure uno. Uh! Uh! Uh!
 
 
Nel frattempo, presso la costa dell’isola di Egina…
Policrito: Avanti, ateniese, fa’ la tua solita mossa! I tuoi miseri calcetti non mi preoccupano per nulla.
Filippide: MOON SHADOW!!!
Filippide si proietta ancora una volta alle spalle di Policrito e gli assesta una serie di calci alle gambe.
Policrito: Possibile che tu sia così stupido?! Sei caduto per l’ennesima volta nella mia trappola! FLY SLIDER!!!
Policrito prende a vorticare su se stesso ad altissima velocità. Questa volta, però, Filippide indietreggia in tempo, evitando l’attacco.
Policrito (ansimando e interrompendo la sua tecnica): Come… come è possibile? Per quanto tu sia veloce era impossibile evitare il mio attacco a quella distanza!
Filippide: Se pensi che il mio principale punto di forza sia la velocità ti sbagli di grosso. In realtà la mia specialità è la resistenza alla fatica e al dolore unita alla mia capacità di economizzare al massimo sui movimenti.
Policrito (ansimando): Economizzare… sui movimenti?!
Filippide: In quanto esperto emerodromo ho imparato a eliminare qualsiasi movimento superfluo per aumentare la mia velocità, risparmiare energia e ottimizzare il mio rendimento nelle corse sulle lunghe distanze, nonché durante i combattimenti. È un concetto che ogni buon atleta conosce, ma io l’ho trasformato in arte. Purtroppo il mio fisico non è molto adatto alla lotta tra Saint e così ho dovuto trovare un modo tutto mio per sconfiggere i miei avversari.
Policrito (ansimando): Tu… sconfiggere me?! Ma se non mi hai fatto neanche un graffio!
Filippide: Ti compatisco, Policrito. La tua tecnica è estremamente rozza. Crei un potente e voluminoso mulinello per essere sicuro di colpire il tuo avversario, ma questo ti priva di parecchie energie. Un attimo fa sono riuscito a evitare il tuo attacco non grazie alla mia velocità, ma grazie alla tua lentezza.
Policrito: Non sottovalutarmi. Sono… sono un Saint. Non posso certo stancarmi solo per aver effettuato la mia tecnica un po’ di volte.
Filippide: La tua analisi è corretta. In effetti quello non è l’unico motivo per cui ora sei stremato. La verità è che le tue gambe non sono più in grado di sorreggerti a causa dei miei attacchi.
Policrito: Non diciamo sciocchezze! Quei deboli calci non erano niente di che.
Filippide: È vero, a meno di usare armi (cosa che sto evitando per non uccidere un Saint inutilmente), il Moon Shadow non mi concede il tempo per un attacco più decisivo. I miei calci non sono potenti come quelli di altri Silver Saint molto più robusti di me, però sono estremamente precisi. E se dei calci, per quanto mediocri, colpiscono esattamente negli stessi identici punti ogni volta, le possibilità di vittoria aumentano considerevolmente. In quanto esperto emerodromo, conosco esattamente quali sono i punti più critici per le gambe. Conosco esattamente dove colpire i legamenti e, soprattutto, dove colpire in particolare le articolazioni, per infliggere i maggiori danni. Non importa che tu sia un Bronze, un Silver o un Gold Saint; se si riceve un colpo all’altezza della rotula, non esiste armatura al mondo che possa proteggerla adeguatamente. Ti avverto, Policrito: non fare un altro passo nella mia direzione o per te è finita.
Policrito (avanzando verso Filippide): Ti stai montando troppo la testa, moscerino. Io mi sento ancora in perfetta form…
Le gambe di Policrito cedono di colpo e gli schinieri della sua cloth si disintegrano in mille pezzi. Prima ancora di cadere faccia a terra, Filippide gli è già sotto. Il Saint della Mosca, oltre che sbigottito, si ritrova completamente impreparato e inerme davanti all’attacco di Filippide.
Filippide: SPINNING MOON KICK!!!
Grazie a un potente calcio con avvitamento, Filippide colpisce Policrito alla tempia con il tallone del piede, facendogli volare via la tiara. Policrito crolla a terra come un sacco di patate, con gli occhi sbarrati e schiumante dalla bocca.
Filippide: Principiante…
La nebbia avvolge Filippide in fitte spire cremisi e il valente corridore sente l’esaltazione per la vittoria accrescere dentro di sé a dismisura, di pari passo al desiderio di confrontarsi subito con nuovi avversari. Il Saint si guarda intorno e individua subito un gruppetto di Bronze Saint egineti che lo fissano minacciosi. Un formicolio gli pervade le mani e, nonostante il suo corpo sia cosparso di innumerevoli e profonde ferite, i suoi piedi si muovono spediti verso la nuova battaglia.
 
Nel frattempo, Temistocle e Pitea continuano il loro scontro. Dopo essere riuscito a infrangere il duro ghiaccio che ricopriva i suoi arti ed essere sfuggito alla presa dell’avversario, il Saint del Capricorno riprende ad attaccare a distanza il Saint dell’Aquario con micidiali fendenti di cosmo provenienti dal suo affilato braccio.
Pitea (con tono monotono e inespressivo): La mia spada è invincibile. Non sconfiggerai mai la mia spada.
Temistocle: Sul serio ti credi questo grande spadaccino, Pitea? Non farmi ridere. Non sei l’unico soldato greco che si è addestrato tutta la vita nell’arte della scherma.
Temistocle, dopo aver evitato i colpi di Pitea per un soffio, decide di passare al contrattacco e genera due spade di ghiaccio, una per mano, con le quali corre incontro all’avversario. Pitea alza di nuovo il suo braccio e lo abbatte in direzione dell’avversario. Temistocle incrocia le sue spade per parare il colpo, ma queste finiscono per infrangersi in mille pezzi.
Temistocle (subendo una profonda ferita sul torace): Come… come è possibile?! Ha distrutto in un attimo il ghiaccio eterno delle mie lame…
Pitea (con tono monotono): La mia spada può tagliare qualsiasi cosa. Ora taglierò anche te.
Temistocle unisce le braccia portandole sopra la testa.
Pitea (con tono monotono): Sul serio?! Vuoi sconfiggere la mia lama con l’Aurora Execution? Ti taglio. Ora ti taglio.
Temistocle: Sbagliato. Se due semplici lame di ghiaccio non sono sufficienti a sconfiggerti, mi basterà generare una spada ancora più grande.
Un gigantesco spadone di ghiaccio si materializza in verticale dalle mani di Temistocle.
Temistocle: Prova ora tu a parare questo!
Pitea incrocia le sue braccia per parare il fendente di Temistocle, ma l’impatto della possente arma lo schiaccia a terra con violenza, facendolo sprofondare nel terreno e facendogli perdere conoscenza.
Temistocle si avvicina all’avversario per dargli il colpo di grazia, ma un numerosissimo gruppo di soldati semplici egineti gli tagliano la strada e lo circondano allo scopo di proteggere il loro comandante. All’inizio timorosi, i guerrieri prendono coraggio grazie all’influsso della nebbia rossa e prendono a caricare tutti insieme il Saint ateniese. Temistocle sorride beffardo e un istante dopo inizia a roteare il suo spadone di ghiaccio falciando nemici a destra e a manca.
 
L’influsso della foschia cremisi del dio della guerra non risparmia neppure la flotta egineta che era stata messa in fuga poco prima da Callimaco e i suoi. Le navi eginete ritornano così sui loro passi per attaccare le trireme ateniesi ormeggiate alla riva, catturando diverse di esse e trucidano i pochi soldati ancora a bordo.
 
Nel frattempo…
Callimaco: TITAN’S NOVA!!!
Ditirambo/Milziade (mentre vengono sbalzati via): BUAARGHH!!!
Callimaco: Datevi una calmata, voi due. A quanto pare, nonostante la barriera di Ditirambo, siamo ancora in parte sotto l’influsso della nebbia rossa. Dobbiamo cercare di non perdere il controllo ed elaborare un piano. Risolverete i vostri contrasti in un altro momento.
Proprio in quel momento un Bronze Saint penetra all’interno della barriera, riempiendosi di ferite a causa delle piume roteanti che formano la barriera stessa.
Cinegiro, Bronze Saint dell’Eridano (correndo incontro ai tre Saint): Ggrrr!
Milziade: E questo cosa vuole?
Callimaco (parando facilmente i colpi di Cinegiro): È Cinegiro, uno dei fratelli del nuovo Silver Saint della Balena. A quanto pare i soldati semplici egineti sono stati fatti fuori tutti e i nostri non sanno più con chi prendersela. È incredibile. Quest’uomo non è più in grado di distinguere tra amici e nemici e non si accorge nemmeno delle terribili ferite che devastano il suo corpo. Sembrerebbe in preda a un vero e proprio stato di berserksgangr.
Milziade (rialzandosi in piedi): Ci penso io! RESTRICTION!
Cinegiro (avvolto dalla tecnica paralizzante di Milziade): URGGrrrr…
Callimaco: Non sembra ancora volersi calmare…
Milziade colpisce Cinegiro dietro la nuca con il taglio della mano. Cinegiro crolla a terra privo di sensi.
Milziade: Ecco, ora è a posto. Cosa facciamo con gli altri? Li tramortiamo uno a uno?
Callimaco: Confesso di non avere idea su come tirarci d’impaccio da questa situazione.
Proprio in quel momento un potente urlo stridente proviene dalla nave Argo.
Milziade: Cos…?! Quell’urlo sembrava provenire dalla Argo stessa. Come è possibile?
Callimaco (colpendo il palmo della mano con il pugno): Ma certo! Ci sono! Quello che dobbiamo fare è far rinsavire Sofane, in modo che possa prendere il controllo della Argo e salvarci tutti.
Milziade: Con tutto il rispetto per la Sacra Nave, stiamo parlando di un mezzo che viaggia via mare e che è stato tirato ben bene in secca. Che cosa ce ne facciamo in questo momento? Ce la trasportiamo in spalla come fecero gli Argonauti quando dovettero attraversare il deserto?
Callimaco: Niente di tutto questo. Anzi, forse l’esatto contrario.
Milziade: Che…?!
Callimaco: I miti raccontano che nella prua della nave Argo ci fosse una trave sacra che Athena stessa ricavò da un quercia della foresta di Dodona e che collocò nel mezzo della carena. Pare che questa trave fosse dotata di doti di preveggenza e che in almeno due occasioni gli Argonauti poterono udire la sua voce. Mentre io e Sofane approdavamo al Falero, di ritorno dagli Inferi, potemmo udire un grido simile allo stridio di poco fa. Sofane, grazie al suo legame con la nave poté ricavarne un chiaro messaggio. La Argo ci stava comunicando di avere un nuovo potere e che nella nostra prossima battaglia ci avrebbe salvato tutti da morte certa. In conclusione, come detto poco fa, dobbiamo far rinsavire Sofane e farlo salire sulla nave.
Ditirambo: Posso aiutarvi. Lasciate fare a me.
Ditirambo disperde la sua barriera di piume e si avvicina a passi sicuri verso Sofane. Il Saint della costellazione Argo, dopo aver finito di maciullare il corpo di Euribate, si sta accanendo ora su alcuni soldati semplici ateniesi. All’avvicinarsi del Saint del Corvo, Sofane solleva uno sguardo minaccioso e si prepara ad attaccare.
Ditirambo: WIND TRIGGER!!!
Un impetuoso tornado violaceo solleva Sofane al di sopra nella nebbia rossa. I soldati semplici vengono scagliati lontano.
Milziade: E ora?
Ditirambo: E ora se ne starà lì buono buono finché non riacquista la ragione.
Sofane: LAPIS FUGITIVUS!!!
Milziade: Uh-oh…
Sofane lancia la sua ancora facendola impiantare in profondità nel suolo, poi aggrappandosi alla catena e aiutandosi con la sola forza delle braccia, scende fino a terra. Infine, dopo aver afferrato l’ancora, volge lo sguardo verso i tre Saint. Ditirambo interrompe il suo tornado.
Milziade: Forse se lo immobilizzo come ho fatto con Cinegiro…
Sofane: Tranquillizzatevi. Quel tornado mi ha dato il giusto scossone per farmi tornare in me. Sento però… sento che sto di nuovo per… per…
Callimaco: Ditirambo, presto! La barriera!
Ditirambo: Subito! BLACK FEATHER DEFENCE!!!
Ditirambo attiva di nuovo la barriera di piume, in modo da tenere tutti e quattro lontani dalla nebbia rossa.
Callimaco: Sofane, non abbiamo tempo per le spiegazioni. Dobbiamo salire sulla Argo insieme a te.
Sofane: Sulla Argo?! Adesso?! Ma…
Milziade: Coraggio, ragazzo! Hai sentito il comandante!
I quattro Saint salgono sulla Argo. I rami provenienti dalla stiva della nave si avventano su di loro, ma Sofane riesce a tenerli a distanza con il suo cosmo e a farli tornare al di sotto del ponte.
Callimaco: Bene, ora cerchiamo di scoprire quali altri segreti nasconde questa nave. Capisci cosa voglio dire, Sofane?
Sofane: Ora ricordo! La profezia che ci fece al ritorno dagli Inferi!
Callimaco: Esattamente!
Sofane: Penso di sapere cosa fare.
Con un taglio netto della mano, Sofane si recide un polso e, subito dopo, versa il prorio sangue sul timone della nave. Infine afferra le razze tirandole verso di sé. La nave viene avvolta da una luce dorata e si solleva lentamente verso l’alto.
Milziade: Cos…?! Sta… sta volando?!
Callimaco: La nave è appartenuta per lungo periodo agli Inferi. A quanto pare questo è uno dei poteri delle navi dell’esercito di Hades e ora possiamo usufruirne anche noi.
Milziade: Lo ammetto! È tutto incredibilmente straordinario. Ma continuo a non capire come questo possa aiutarci.
Sofane: Quello che dobbiamo fare è disperdere la nebbia rossa, giusto? Non c’è problema! Tenetevi forte!
Sofane con veloci virate fa volare la nave sopra il campo di battaglia, facendola planare più e più volte fin quasi a rasoterra. L’onda d’urto che si genera spazza via la nebbia rossa, la quale, però, ritorna velocemente al suo posto. I soldati, caduti tutti a terra a causa dell’onda d’urto, si rialzano e riprendo a combattere tra loro.
Sofane: Maledizione, non è sufficiente!
Callimaco: Milziade, uniamo il nostro cosmo a quello della nave! Ditirambo, sai cosa fare!
Ditirambo: Sì! WIND TRIGGER!!!
Un potente tornado dorato avvolge interamente la Argo, che, planando nuovamente sul campo di battaglia, riesce stavolta a dileguare totalmente la nebbia rossa.
Callimaco: Ce l’abbiamo fatta!!
I soldati ateniesi, caduti a terra di nuovo a causa dell’onda d’urto della nave, si rialzano e riprendo ancora una volta a combattere tra di loro.
Milziade (comunicando telepaticamente a tutti i soldati ateniesi): Soldati, cessate subito le ostilità. È il vostro stratega Milziade che vi parla. Eravate sotto l’influsso di Ares, ma grazie all’aiuto di un piccolo manipolo di eroi, sono riuscito a liberarvi dalla malefica nebbia che ci controllava tutti.
Callimaco: Aiuto? Noi avremmo semplicemente aiutato te?
Milziade: Non interrompermi, Callimaco. Il momento è delicato…
Ditirambo: Farabutto…
Milziade (comunicando telepaticamente): Valorosi soldati di Atene, ascoltatemi attentamente! I soldati di Argo e di Egina sono già stati sconfitti e i loro corpi giacciono a terra svenuti o privi di vita. Sono i vostri fratelli ora quelli verso cui state sollevando la vostra spada. Riprendete il controllo delle vostre azioni e torniamo tutti insieme nella nostra amata patria. Come potete vedere, la Nave della Speranza è con noi e presto ci guiderà alla vittoria contro l’esercito persiano!
Dopo aver sferrato qualche altro colpo, i soldati ateniesi si rendono conto della situazione e smettono di combattere.
La Argo plana verso il mare, mettendo in fuga quel che rimane della flotta egineta, che si allontana portando con sé le quattro navi da loro catturate. Poco dopo, i soldati ateniesi ritornano alle loro triremi e, tutte insieme, prendono il largo per tornare verso casa.