SAINT SEIYA CHRONICLES:
FIRST BLOOD

CAPITOLO F.17
FURIA OMICIDA (prima parte)


 
Pochi giorni dopo, l’esercito ateniese, al comando di una flotta di settanta navi, si dirige alla volta di Egina. Sopra una di queste navi, un ilota aiuta Callimaco del Toro a cambiare le fasciature che gli cingono il capo. Milziade dello Scorpione osserva con sdegno la scena.
Milziade: Tsk! Se fossi stato io di guardia alla Nave Sacra una cosa del genere non sarebbe mai successa!
Callimaco: Sicuro. Perché sei culo e camicia con gli Egineti. Atteggiati di meno. Sono solo stato attaccato di sorpresa.
Milziade: Proprio su questo riflettevo. Non trovi curioso che qualcuno che venga così facilmente colto di sorpresa venga nominato polemarco per l’imminente guerra con i Persiani?
Callimaco (allontanando l’ilota e mostrando il pugno a Milziade): Vuoi che ti spieghi a suon di pugni perché sono io il polemarco?
Temistocle, Gold Saint dell’Acquario (comunicando telepaticamente dalla sua nave): Smettetela di litigare, voi due! Conservate le energie per quando dovremo affrontare gli Egineti.
Milziade: Mpf!
Callimaco: Chiedo venia, Temistocle, non so proprio cosa mi sia preso.
Aminia, Silver Saint della Balena (comunicando telepaticamente dalla nave di Temistocle): Gli Egineti la pagheranno cara per averci sottratto la Nave della Speranza. Non vedo l’ora di fargliela pagare!
Temistocle, dal ponte della propria nave, si gira verso il Saint responsabile dell’ultimo messaggio telepatico, gelandolo con lo sguardo.
Temistocle: Come ti chiami, ragazzo?
Aminia: I-io? Il mio nome è Aminia, signore. Aminia della Balena.
Temistocle: Aminia della Balena, se non sbaglio fai parte della squadra dei quattro giovani Silver Saint che hanno ricevuto di recente l’investitura. Dico bene?
Aminia: Sì, signore, dice bene. Sono stato nominato a capo di tale squadra e siamo tutti pronti a dare il nostro contributo.
Temistocle (comunicando telepaticamente a tutti i soldati di Athena): Aminia e voi altri soldati di Athena, ascoltatemi bene! Ricordatevi che non dobbiamo ricorrere alla violenza, se si potrà evitarla. La presenza di Milziade, che ha lontane origini eginete, potrebbe risultare fondamentale per trovare un accordo con i nostri avversari. Nel caso comunque si dovesse andare a battaglia, ricordatevi che dobbiamo evitare il più possibile di fare vittime. Pare che Dario si sia finalmente deciso a muovere il suo esercito e ci serviranno quanti più Saint possibili per contrastarlo.
Sofane (comunicando telepaticamente dalla sua nave): Dubito che si potrà ragionare con quelli.
Filippide, Silver Saint della Lepre (avvicinandosi di corsa a Temistocle): Venerabile Gold Saint, siamo in vista della flotta nemica. Gli Egineti sono in pieno assetto di battaglia.
Temistocle (comunicando telepaticamente): UOMINI! Ammainate le vele e abbassate l’albero maestro! Prepariamoci allo scontro!
Sofane: Come volevasi dimostrare…
Le navi nemiche si avvicinano in formazione a raggiera, anticipando la tipica strategia delle triremi di aggirare l’avversario per speronarlo sul fianco. Subito le prime file si allargano per lasciar passare la Argo, manovrata da soldati egineti.
Sofane: Quei dannati! Come osano mandarci contro la nostra stessa nave?
Sulla terraferma, Policrito osserva divertito la scena da un’altura.
Policrito: E ora cosa farete, poveri sciocchi? Vi lascerete massacrate o distruggerete proprio quello che siete venuti a recuperare? Uh! Uh! Uh! In ogni caso oggi gli Egineti vi daranno una lezione che ricorderete a vita!
Temistocle (comunicando telepaticamente dalla sua nave): Restate tutti nelle vostre posizioni! Attendete il mio segnale!
La Argo, in prima posizione rispetto alle altre navi della flotta egineta, inizia a deviare dalla sua rotta e a perdere il controllo. Alcuni uomini dell’equipaggio si buttano in acqua.
Policrito (dall’altura): Cosa… cosa sta accadendo? Cosa sono quegli affari?
Dalla stiva della Argo fuoriescono dei grossi rami che catturano gli uomini a bordo trascinandoli sottocoperta. Alcuni rami si allungano fino alle navi vicine creando scompiglio. La formazione della flotta egineta viene subito rotta e molte navi finiscono per cozzare con quelle a fianco o, quel che è peggio, per mostrare il fianco al nemico.
Temistocle (comunicando telepaticamente): ORA!!! Approfittate della confusione del nemico e attaccate senza pietà! Chi venga a trovarsi nelle vicinanze della Argo crei un passaggio tra i nemici per far avvicinare Sofane. Presto!
Mentre le navi ateniesi puntano verso il nemico, con una prontezza sorprendente, tutte le navi eginete ancora in grado di muoversi liberamente vanno incontro agli avversari in una sorta di attacco suicida, al solo scopo di permettere alle retrovie di agganciare la Argo con delle funi e trainarla verso la terraferma.
Temistocle comprende all’istante la strategia dei nemici e modifica la sua rotta per aggirare la flotta e cercare di raggiungere la Argo prima che venga tirata in secca. Molte navi eginete si avvicinano con l’intento di speronare la sua nave, ma lo stratega le tiene lontane creando sulla superficie del mare uno sbarramento di lame di ghiaccio tra la sua triremi e quelle degli avversari. 
La battaglia marittima tra le due città-Stato entra nel vivo e il rostro della nave di Milziade squarcia lo scafo di una trireme egineta, permettendo a Callimaco di saltare sul ponte della nave e investire con una carica furiosa l’intero equipaggio. Il Gold Saint del Toro si stupisce di non trovare a bordo nessun valido avversario e comprende che i pezzi grossi li stanno attendendo sulla terraferma. Voltando lo sguardo nota la nave di Temistocle che sta raggiungendo l’isola e tenta di avvertire telepaticamente il compagno, ma il suo messaggio viene bloccato da una barriera psichica che circonda l’isola e che impedisce agli Ateniesi ogni comunicazione tra il mare aperto e la costa.
Temistocle nel frattempo raggiunge Egina, ma è ormai troppo tardi. Con l’ausilio di alcuni rulli di legno (poi prontamente rimossi), la Argo è già stata portata a svariati pletri di distanza dall’acqua, trascinata all’interno di un canale scavato nella terra in precedenza. Un possente Silver Saint si erge a protezione dell’imbarcazione, affiancato da un nutrito gruppo di soldati semplici.
Temistocle (dopo essere sceso con un balzo dalla sua nave): Soldati argivi?! Non pensavo che gli Argivi avessero ancora soldati da impiegare. Non dovrebbe essere un problema sistemarli, probabilmente sono soltanto gli ultimi scarti avanzati dopo il massacro compiuto da Cleomene qualche anno fa.
Pitea, Gold Saint del Capricorno (con voce monotona e inespressiva): Spiacente, Temistocle. Sono molto spiacente. Il tuo avversario sono io.
Temistocle: Pitea?! Pitea del Capricorno?! Finalmente ci incontriamo. Non ti ho mai visto al Santuario, dove dovresti essere a proteggere la tua dea. Ti chiedo gentilmente di cedere il passo e arrenderti subito. Ci sono troppe cose in ballo per combattere tra di noi.
Pitea, Gold Saint del Capricorno (con voce monotona e inespressiva): Spiacente, Temistocle. Sono molto spiacente.
Temistocle: D’accordo. Vorrà dire che ti riporterò ai tuoi doveri con la forza.
Aminia: Non si preoccupi, signore. Ci pensiamo io e la mia squadra di Silver Saint a sistemare gli Argivi.
Temistocle: Ottimo. Conto su di te, Aminia. Filippide, tu e il resto dell’equipaggio occupatevi invece dei soldati egineti!
Filippide: Ai suoi ordini, Comandante!
Filippide e i soldati semplici ateniesi si scontrano con l’esercito di terra degli Egineti. Nonostante la netta inferiorità numerica, gli uomini di Atene riescono a tenere testa agli avversari e a resistere, nell’attesa di rinforzi dalle altre navi. Filippide si trova a fronteggiare Policrito, il Silver Saint della Mosca. Una densa nebbia rossa scende sul campo di battaglia, avviluppando tra le sue spire tutti i guerrieri presenti.
Policrito: E così dovrei affrontare un miserabile Silver Saint? Non scherziamo.
Filippide: Anche tu sei un Silver Saint, o sbaglio? Inoltre mi sembri un po’ troppo giovane per fare discorsi del genere.
Policrito: Non mettermi al tuo stesso livello, ateniese! Eaco veglia su di me e grazie alla sua protezione ho già potuto affrontare guerrieri del calibro di Euribiade del Sagittario e Cleomene del Leone.
Filippide: Ah, sì?! E com’è andata a finire?
Policrito (sferrando un pugno): Ora lo vedrai! Prendi questo!
Filippide (scomparendo prima di ricevere il colpo): MOON SHADOW!!!
Policrito: Ma… Dov’è finito?!
Filippide (alle spalle di Policrito): Dietro di te!
Filippide assesta una serie di veloci calci alle gambe di. Policrito.
Policrito: Dannato, come osi prenderti gioco di me? Ora ti sistemo io!
Policrito si gira velocemente per sferrare un altro pugno, ma il suo attacco va di nuovo a vuoto.
Policrito: Dove…?!
Filippide (alle spalle di Policrito): Lento. Sei troppo lento.
Con una serie di velocissimi calci, Filippide scaraventa a terra Policrito.
Filippide: Come avrai intuito, mi muovo a una velocità molto superiore a quella di un normale Silver Saint. Non puoi sconfiggermi.
Policrito: Uh! Uh! Uh!
Filippide: Cosa c’è da ridere?
Policrito (rialzandosi e togliendosi la sabbia di dosso): Te ne do atto, sei molto veloce, ma i tuoi attacchi non sono un granché. Nonostante fossi alla tua completa mercé, non sei riuscito a farmi neanche un graffio. Per un attimo mi stavi impensierendo, ma a quanto pare la mia sarà una vittoria facile.
Filippide: Staremo a vedere! MOON SHADOW!!!
Policrito: FLY SLIDER!!!
Filippide si proietta alle spalle di Policrito e gli assesta una serie di calci alle gambe. Un istante dopo, però, Policrito prende a mulinare su se stesso ad altissima velocità, investendo l’avversario e scaraventandolo via. Filippide si schianta contro il tronco di un albero. Policrito, muovendosi sempre a mulinello, si solleva in aria e poi si getta in picchiata verso l’avversario. Filippide riesce a spostarsi appena in tempo.
Policrito (arrestando il suo mulinello): Grazie alla tua velocità hai evitato il colpo di grazia, ma mi sembri comunque piuttosto malridotto dopo il mio attacco, o sbaglio?
Filippide si pulisce il sangue dalla bocca. Il Saint è pieno di ferite, ma nonostante questo non sembra risentirne.
Filippide (fissando l’avversario negli occhi e svanendo un attimo dopo): MOON SHADOW!!!
Policrito: Testardo…
 
Poco distante, un altro Saint ateniese non se la sta passando troppo bene. Con un ginocchio poggiato a terra e con squarci lungo tutto il corpo, Temistocle tenta per l’ultima volta di convincere il suo avversario a interrompere il proprio attacco.
Temistocle: Pitea, ascoltami una buona volta. L’esercito di Ares ha iniziato finalmente a muoversi e invaderà la Grecia da un giorno all’altro. Ci serviranno quanti più Saint possibili per contrastarlo. Ucciderci tra noi è una stupidaggine.
Pitea si ferma e sembra riflettere per qualche secondo, poi risponde all’ateniese.
Pitea (parlando monotono): Ipocriti. Voi Ateniesi siete sempre gli stessi ipocriti. Dite che servono quanti più uomini possibili, ma tenete prigioniero uno dei nostri Saint.
Temistocle: Certo. Ci servono Saint, ma non possiamo per questo permettere che vi alleiate con i Persiani. E Crio aveva tutta l’intenzione di farlo.
Pitea (parlando monotono): Sciocchezze. E comunque a me interessa solo affilare la mia spada. Ora morirai.
Temistocle: Cosa pensi di fare? Non ti sei accorto di avere entrambe le braccia congelate?
Pitea osserva stupito entrambe le sue braccia, notando soltanto ora che sono ricoperte di ghiaccio.
Pitea (parlando monotono): Non importa. La mia lama non risiede solo nelle braccia.
Temistocle è ancora in posizione china, con un ginocchio poggiato a terra e avvolto più che mai dalla misteriosa nebbia rossastra. Pitea si avvicina all’avversario e solleva una gamba verso l’alto. Prima che l’egineta possa però calare il tallone sul nemico, quest’ultimo scatta come una molla verso di lui, gli afferra la gamba ancora alzata e la spinge in avanti per gettarlo a terra. A cavalcioni sopra il nemico e con una furia per lui insolita, Temistocle inizia a tempestare di pugni il viso di Pitea. Il Gold Saint del Capricorno tenta di liberarsi dalla presa, ma con le braccia ghiacciate è ancora più in difficoltà.
Temistocle: E le mia tecniche non risiedono soltanto nel ghiaccio, stupido idiota!
Completamente inerme sotto l’attacco del nemico, Pitea inizia a concentrare il proprio cosmo nelle braccia e dopo qualche secondo il ghiaccio che le ricopre prende a creparsi.
 
Nonostante il loro addestramento presso il Santuario li renda dei guerrieri formidabili, i soldati semplici ateniesi, nel frattempo, stanno soccombendo contro l’elevato numero di soldati egineti. Fortunatamente per loro, alcuni rinforzi arrivano a dargli man forte. Un’altra nave ateniese, infatti, è approdata sulla costa di Egina e il comandante della nave, ricoperto di sangue dalla testa ai piedi, si fa strada tra i nemici per raggiungere la Argo, ma, arrivato nelle vicinanze della nave, incontra soltanto un tappeto di cadaveri argivi. L’ultimo sopravvissuto di quel battaglione, un colossale Silver Saint, sta tenendo per il collo uno dei quattro Ateniesi che si erano lanciati al recupero della Sacra Nave. Il Saint della Lucertola, il Saint dei Cani da Caccia e quello del Centauro giacciono lì accanto privi di vita.
Sofane (impugnando la sua ancora con entrambe le mani): Lascialo andare.
Mentre il Saint si avvicina all’avversario, le marre della sua ancora si accorciano con uno scatto e si richiudono sul fuso, dando allo strumento un aspetto vagamente somigliante a quello di una clava.
Euribate, Silver Saint di Cefeo (continuando a tenere per il collo Aminia): Eccone un altro. Spero che tu sia meglio di questi quattro inetti. Il mio nome è…
Sofane: Non mi interessa. RÓPALON TOÚ IRAKLÉOUS!!!
Sofane colpisce alla tempia Euribate, che lascia andare la presa su Aminia e inizia a barcollare. Il Saint della Nave Argo, roteando la clava senza sosta, bersaglia prima le gambe dell’avversario, facendolo inginocchiare a terra, e poi infligge un altro violento colpo dietro la sua nuca. Euribate finisce faccia a terra, schiumante dalla bocca. Sofane cerca con calma una posizione comoda e poi riprende a infierire senza pietà sull’inerme soldato argivo.
 
Nel frattempo, la flotta egineta è stata messa in fuga e anche le altre navi ateniesi giungono a riva. Una fiumana di soldati si unisce alla battaglia, bramosa di sangue.
Milziade (balzando giù dalla sua nave): Muoviti, Callimaco, andiamo a spaccare qualche testa egineta!
Callimaco (scendendo dalla nave): Aspetta, Milziade, non noti niente di strano? Temistocle ci aveva detto di andarci piano con le uccisioni, eppure le nostre mani fremono per la battaglia come mai prima d’ora.
Milziade: E con questo? Temistocle è uno stratega mio pari e rispetto a te ha un rango militare nettamente inferiore. Ha fatto la voce grossa perché eri ferito, ma non ci può dare ordini!
Callimaco: Non è questo il punto. Guarda Sofane, laggiù, ricoperto di sangue dalla testa ai piedi mentre infierisce sul cadavere di quel Saint. Ti sembra tutto normale? E osserva anche Temistocle. Ti sembra che stia combattendo adottando il consueto sangue freddo? Questa strana nebbia rossa che ci avvolge tutti ha qualcosa di sospetto…
Milziade: Ma cosa mi frega. Questa è una battaglia. E dunque combattiamo!
Callimaco: Anche tu sei uno stratega, Milziade. Se è vero che ti sono superiore di rango, allora ti ordino di darti una calmata e ascoltarmi!
Milziade: In effetti… non ci riesco! Ho sempre avuto simpatia per gli Egineti, ma in questo momento sento un irrefrenabile desiderio di affondare la mia spada nella loro carne. È più forte di me!
Callimaco (sfondando il cranio di un nemico con un pugno e stritolandone un altro): Dannazione, perché mi disturbate?! Non vedete che sto parlando?!
Milziade: Bene così, Callimaco. Dacci dentro!
Callimaco (lanciando in aria un gruppo di soldati): Ora mi hanno fatto arrabbiare!!! UAAARRHH!!!
Voce misteriosa: BLACK FEATHER DEFENCE!!!
Numerose piume nere roteano vorticosamente intorno a Milziade e Callimaco, dissipando la nebbia che li circonda e allo stesso tempo tenendo lontani i soldati egineti. I due Saint riprendono il controllo di loro stessi.
Milziade: Le nebbia… Avevi ragione. Era quella nebbia a farci impazzire.
Callimaco: Già, ma questo non cambia di molto la situazione. Dobbiamo recuperare la Sacra Nave e interrompere questa follia prima che ci ammazziamo tutti l’un l’altro.
Milziade: Queste piume… Penso di sapere chi ci sta aiutando.
Un Silver Saint penetra all’interno del circolo di piume. Sulle sue spalle vanno a posarsi due corvi.
Ditirambo: Hai indovinato, Milziade. Sono proprio io.
Callimaco: Ottimo tempismo, Ditirambo. È una fortuna che tu abbia deciso di riunirti al popolo ateniese proprio oggi. Grazie ai tuoi poteri forse possiamo sistemare le cose. Ci serve solo un buon piano.
Ditirambo: Frena il tuo entusiasmo, Callimaco. Prima di ogni cosa voglio la testa di Milziade.
Callimaco: Cosa…?! La testa di Milziade?!
Milziade: Uh! Uh! Uh! Fatti sotto, ragazzino! Anni fa ho messo a morte tuo padre per essersi approfittato di una mia schiava. Ora è arrivato il momento di completare il lavoro e cancellare dalla faccia della terra i frutti di quell’ignobile affronto.
Ditirambo (lanciandosi sul Saint dello Scorpione): Me la pagherai!


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NOTE

Traduzione delle tecniche di Sofane che compaiono in questo capitolo:

RÓPALON TOÚ IRAKLÉOUS [Τ ῥόπαλον τοῦ Ἡρακλέους] --> Clava di Eracle