SAINT SEIYA CHRONICLES:
FIRST BLOOD

CAPITOLO F.12
RITORNO A EGINA (seconda parte)


 
Pochi minuti prima, in una piccola radura al centro del bosco sacro…
Cleomene: Come vedi sono tornato, Crio. E come da tua richiesta ho portato con me l’altro re di Sparta.
Leotichide: Salve…
Crio: Me lo ricordavo diverso, l’altro re di Sparta…
Cleomene: Ho dovuto apportare qualche modifica. E ora, se permetti, mi è stato richiesto di operare qualche miglioria anche qui a Egina. Pronto per partire per un viaggio di non ritorno, traditore?
Crio: Nessun traditore si pone dinnanzi a te in questo momento, Re Cleomene.
Cleomene: Neghi quindi di aver acconsentito alla richiesta di un’offerta di terra e di acqua da parte di Dario e aver quindi tradito Athena e l’Ellade tutta?
Crio: Visto che insisti tanto, ti chiarirò il punto. Io devo la mia fedeltà soltanto al mio signore Eaco e ho agito unicamente secondo la sua volontà.
Cleomene: Sei completamente fuori di testa!
Crio: In una caverna del monte Panellenico egli mi ha parlato e mi ha suggerito come agire. Ho solo ubbidito alle sue parole. Non sta a noi uomini giudicare.
Cleomene (serrando i pugni): Con i pazzi non serve a niente discutere.
Leotichide: Cleomene, aspetta! Non potrebbe darsi che quella che ha udito Crio non fosse in realtà la voce di Ares?
Crio: Nessun dubbio. Era Eaco. Non potrei sbagliarmi su una cosa simile.
Cleomene: Leotichide, non ha alcuna importanza chi fosse. Eaco è alleato di Ares. Anche se fosse stata davvero Eaco a parlargli, il risultato non cambierebbe di una virgola.
Leotichide: Appunto! Quindi se Crio non è pazzo del tutto e ha sentito davvero quella voce, vuol dire che è stato in ogni caso ingannato. Ares è il dio della guerra e, se è vero che Eaco è suo alleato, il loro scopo è proprio quello di creare dissensi all’interno della Grecia e farci combattere tra di noi. Una volta che il nostro esercito sarà stato indebolito a sufficienza da guerre intestine, sarà facile per lui darci il colpo di grazia.
Cleomene: Mmmhhh… Questo spiegherebbe il perché Ares non si sia ancora deciso ad attaccare…
Crio: Non fatemi ripetere due volte le cose. Non sta a noi uomini giudicare. Non è nel mio interesse, né in mio potere comprendere gli scopi ultimi che si celano dietro il messaggio del mio signore. Allo stesso tempo non accetto che le sue parole vengano messe sullo stesso piano di un meschino inganno. Pagherete per le vostre bestemmie! STARLIGHT EXTINCTION!!!
Cleomene e Leotichide non hanno il tempo di reagire. I due re di Sparta vengono investiti in pieno dalla tecnica dell’avversario e, nell’essere scaraventati via, travolgono e distruggono diversi tronchi d’albero. Finiscono infine a terra, uno a fianco all’altro, a ridosso dei fusti di altri due ulivi.
Cleomene: Non mi aspettavo che fosse così forte. Tu resta qui, non sei ancora pronto ad affrontare un avversario del genere. Ci penso io a quello.
Cleomene ritorna nella radura, pronto ad affrontare Crio.
Crio: STARLIGHT EXTINCTION!!!
Cleomene: Stupido idiota, non sai che la stessa tecnica non funziona due volte contro un… BUUAARGHH!!!
Cleomene si schianta contro l’albero da cui era partito. Cadendo a terra non si accorge di perdere una delle boccette contenente il sangue di Athena, che rotola verso Leotichide.
Cleomene: Forse sono vere le voci che girano sul fatto che il Saint di Ariete sia il più forte tra noi dodici Gold. Ehi, cosa fai? Quella è mia, mi serve! Non puoi prendertele tutte tu, dannazione!
Leotichide si scola la boccetta e viene subito attraversato da dolori lancinanti in tutto il corpo.
Leotichide: UUAAARGHH!!!
Cleomene: Bella mossa, volpe che non sei altro! Ora dobbiamo aspettare che ti stabilizzi e fino ad allora sei in ogni caso totalmente inutile. Proverò a escogitare qualcosa nel frattempo!
Cleomene si alza in piedi a fatica e ritorna nella radura cercando di camminare con naturalezza.
Cleomene (avvicinandosi a Crio): Crio, i tuoi pugni mi hanno fatto molto riflettere. Ho sbagliato a sottovalutare il tuo credo e in fin dei conti poco importa se noi Gold Saint combattiamo sotto la bandiera di Athena o quella di Eaco. L’importante è essere uniti contro il nemico comune, non credi?
Crio: Lasciamo perdere le sciocchezze, Cleomene. Come oratore sei pessimo. Dimmi piuttosto perché ci tieni tanto a portarmi via con te. Tu mi consideri un traditore, e va bene, ma l’unico motivo per cui ti dai tanto da fare è perché te lo ha chiesto Atene. Perché per te è così importante acquistare potere e influenza su quella città?
Cleomene (dopo aver soppesato la situazione): E va bene, ti rivelerò i miei segreti. Ti sei mai chiesto perché gli Spartani dedicano tutta la loro vita all’arte della guerra? Il perché i nostri giovani non conoscano altro che esercizio fisico e il loro cuore batta solo per diventare dei valorosi e disciplinati iranes? Tu puoi capirmi, Crio. Ogni nostro sforzo, ogni nostro afflato è rivolto alla nostra dea Athena, la dea della guerra. Nessun’altra polis consacra la propria vita a lei come facciamo noi Spartani. Nessuna! Quei damerini degli Ateniesi gettano infamia e disonore sul suo nome dedicandosi alle arti minori e ad ogni sorta di frivolezza. Questa situazione dura da secoli e, nonostante la nostra dedizione, mai nulla è cambiato. Il Santuario è sempre lì, fermo al suo posto. Spiegami dunque, o Crio, il perché il cuore pulsante dell’esercito saint e del culto di Athena non possa trovarsi nel luogo che più gli spetta di diritto, ovvero la fiera città di cui io sono re.
Crio: A quanto pare sono molte le cose che non conosci, Re Cleomene.
Cleomene: Come dici?!
Crio: I Santuari non vengono costruiti in luoghi a caso. Anche il Santuario in cui ti trovi adesso, che noi Egineti abbiamo costruito in nome di Eaco, ha una sua ragion d’essere che va aldilà della sola volontà di noi esseri umani. Devi sapere che tutto il nostro pianeta è attraversato da linee di forza, al pari di un sistema circolatorio umano. Allo stesso modo di come il sangue, e con esso il cosmo, fonte dei nostri poteri, tiene in vita noi uomini, allo stesso modo queste linee di energia, pregne di cosmo primordiale, tengono in vita questo mondo. L’intersecarsi di due o più linee determina un punto di regolazione dell'intero sistema energetico e su questi punti si sono stanziate civiltà, si sono eretti monumenti sacri e templi dedicati al divino. Si dice, inoltre, che il punto da cui tutte queste linee hanno origine e da cui si dipanano sia proprio il Santuario di Atene. Questo è uno dei motivi per cui gli dèi ostili ad Athena mirino sempre a conquistare il Santuario e questo è il motivo per cui il Santuario è sempre stato e sempre sarà ad Atene.
Cleomene: Dunque è così…
Crio: All’interno dei Santuari vengono eretti monumenti o altri oggetti il cui scopo è veicolare l’energia della Terra. Grazie a essa possono essere create, ad esempio, enormi barriere protettive. Uno di questi oggetti è la grande statua di Athena. Si dice però che al Santuario di Atene ne esistano anche altri. Noi crediamo che uno di questi elementi sia il sacro ulivo presente nel tempio di Eretteo e risalente alla fine della prima Guerra Sacra, combattuta contro Poseidone. È per questo motivo che il bosco sacro del nostro Eaceo è costituito da ulivi. Come avrai già intuito, anche questo Santuario è stato costruito su uno snodo che collega diverse linee della terra, compresa una che scende fino al regno di Hades. È proprio grazie al fatto che Egina risieda su questo snodo che Eaco riesce a comunicare facilmente con me ed è proprio seguendo le sue istruzioni che, nel punto focale di questa confluenza energetica, è stato costruito un altare grazie al quale possiamo donargli le nostre offerte e aiutarlo nella realizzazione di un esercito.
Cleomene: Questo significa che l’unica strada che mi rimane è tornare al mio piano di quasi diciassette anni fa e prendere il Santuario con la forza. Crio, vuoi unirti a me nella lotta? Voi Egineti portate antichi rancori nei confronti di Atene, giusto? Questo vuol dire che abbiamo un nemico comune e la tua forza mi è indispensabile se vogl…
Cleomene non riesce a concludere la sua frase. Una figura fulminea gli passa di fianco e si abbatte con una potenza deflagrante su Crio. Stavolta è il corpo di Crio, scagliato lontano, ad abbattere diversi alberi.
Cleomene: Leotichide, fermati! Non è più necessario!
Leotichide (lanciandosi di nuovo contro Crio): Sei finito!!!
Crio: SPECCHIO RIFLESSO!!!
La barriera di Crio viene abbattuta da un semplice pugno di Leotichide, che finisce per colpire il Saint dell’Ariete in pieno viso.
Cleomene: Leotichide, basta!
Proprio in quel momento sopraggiunge Policrito.
Policrito (rivolto a Cleomene): Lasciatelo stare, maledetti! DEAD END FLY!
Cleomene: E tu da dove sbuchi? KING’S EMBLEM!!!
Policrito: UUAARGHH!!!
Policrito non riesce a portare a termine il suo attacco, in quanto viene investito in pieno dalla tecnica di Cleomene, perdendo conoscenza.
Crio: Re Cleomene, come osi volgere i tuoi attacchi contro mio figlio?
Cleomene: Cos…?! Era tuo figlio quello?
Distratto dallo scambio di colpi tra Policrito e Cleomene, Crio volta le spalle a Leotichide, che ne approfitta per colpirlo alla schiena. Crio crolla a terra. Leotichide fissa soddisfatto la propria mano lorda di sangue.
Nel frattempo sopraggiunge un altro Gold Saint.
Milziade (affrettandosi a soccorrere Crio): Oh, no! Sono arrivato troppo tardi!
Cleomene: Milziade, cosa ci fai qui?
Milziade: Bene, è ancora vivo… Cleomene, lascia che sia io a consegnare quest’uomo ad Atene da parte tua.
Cleomene: E perché mai dovrei lasciartelo fare? Non te lo posso permettere!
Milziade: D’accordo. Se proprio ci tieni a un’entrata trionfale lascia almeno che ti accompagni.
Cleomene: Non è questo il punto. Ho cambiato idea. Voglio che quest’uomo sia lasciato… sia lasciato…
Cleomene non conclude la propria frase per non farsi sentire da Adimanto e Euribiade, che nel frattempo raggiungono la radura da due diverse direzioni. Entrambi sono accompagnati da un soldato semplice.
Adimanto: Bravo, Cleomene. Mi complimento con te! Vedo che hai sistemato il traditore.
Euribiade: Avevi forse dei dubbi? Io non ne avevo. Il nostro re sa il fatto suo.
Aristodemo (sottovoce, rivolto a Euribiade): Euribiade, ma quindi la scommessa…
Euribiade: Zitto o ti tiro un ceffone. Sicuramente il vero boss finale deve ancora farsi vedere, te lo dico io. E quando accadrà dovrai scucire il denaro, ricordatelo.
Policrito (riacquistando i sensi e avvicinandosi a suo padre zoppicando): Padre, cosa ti hanno fatto questi bastardi? Giuro che ti vendicherò!
Crio (a occhi socchiusi, respirando a fatica): Policrito, figlio mio, stai fraintendendo la situazione. Tutto questo è accaduto per colpa di Atene. Sono loro il vero nemico, come è sempre stato. Se un giorno dovrai vendicarti, sarà verso gli Ateniesi che dovrai rivolgere i tuoi pugni, ricordatelo!
Policrito: Padre…
Crio perde di nuovo i sensi.
Policrito: PADRE! PADREEEE!!!
Adimanto (colpendo Policrito dietro la nuca): E basta!
Policrito sviene, cadendo con la faccia per terra.
Milziade: Cleomene, cosa stavi per dire un attimo fa? In che senso hai cambiato idea?
Cleomene: Io…
Cleomene si guarda intorno, comprende che quasi tutti i suoi uomini sono deceduti e per non perdere la fiducia dei pochi sopravvissuti decide di non far trapelare dinnanzi a loro che la missione è stata in realtà del tutto inutile.
Cleomene: Sì, ho cambiato idea. Puoi portare tu questo maledetto traditore ad Atene e rinchiuderlo in una cella dalla quale non rivedrà mai più la luce…
Milziade: Eppure sembrava…
Cleomene (poggiando una mano sulla spalla di Milziade): Lo lascio nelle tue mani… In ottime mani!
Aristodemo (rivolto a Euribiade): Ascolta, ho un’idea. Anche se continui a negarlo direi che la scommessa l’hai persa.
Euribiade: Mamma mia, ma hai un chiodo fisso, tu…
Aristodemo: Fammi finire. Sono disposto ad annullare il tuo debito se…
Aristodemo avvicina la bocca all’orecchio di Euribiade e gli sussurra alcune parole.
Euribiade (facendo spallucce): E va bene, facciamo come dici tu, in fondo non mi costa nulla. Ma bada! Solo perché lo decido io! E ora osserva come Euribiade ti cambia la vita in meglio e siimi grato in eterno per questo mio generoso gesto!
Milziade (caricandosi Crio in spalle): Bene, allora io andrei…
Euribiade: Aspetta, Milziade! Avrei un’idea! Dal momento che questo vile traditore non solcherà mai più un campo di battaglia, direi che tutta quella ferraglia che indossa non gli serva più a niente, dico bene?
Milziade: L’armatura dell’Ariete sarà messa in palio come premio durante i giochi Olimpici, le gare Nemee o altri giochi panellenici, come è tradizione tra i Saint.
Euribiade: Io dico, invece… Perché non la assegniamo subito a questo giovane soldato che ha combattuto come un vero Gold Saint al mio fianco? Nonostante i suoi compagni cadessero come mosche, egli non si è mai dato per vinto e ha sconfitto numerosi avversari con coraggio. Io dico che il nuovo Gold Saint dell’Ariete deve essere lui, Aristofane dell’Ariete!
Aristodemo: Aristodemo
Euribiade: È lo stesso.
Cleomene: Euribiade, tu mi garantisci che quest’uomo meriti quest’armatura?
Euribiade: Assolutamente! Cleomene, ti abbiamo seguito in questa missione perché crediamo tutti in te e nel tuo sogno di vedere un esercito saint unito sotto un unico ideale. Tutti ad eccezione ovviamente di Adimanto che pensa sempre e soltanto al vile denaro…
Adimanto: Ehi!
Euribiade: Dicevo… Abbiamo messo in gioco le nostre vite per te e per l’Ellade e credo che il nostro più grande premio, l’unico che potremmo mai richiedere, sia vedere ricompensato a dovere questo giovane soldato, in modo che possa servirti in futuro al meglio delle proprie possibilità. E credimi se ti dico che Aristoberto ha tutte le carte in regola per indossare la Gold Saint dell’Ariete.
Aristodemo: Aristodemo… Si dice Aristodemo. Come l’antico Re dei Messeni… Come il mitico padre di Euristene e Prole, capostipiti delle case regnanti di Sparta…
Euribiade: Zitto.
Cleomene: Bene! Se anche l’altro re di Sparta è d’accordo… Leotichide, sei d’accordo, vero?
Leotichide (a terra, preso di nuovo dagli spasmi): Guuarghh….
Cleomene: È d’accordo… Ti nomino quindi nuovo Gold Saint dell’Ariete! Congratulazioni, Aristocoso!
Aristodemo (stringendo la mano a Cleomene): Grazie, signore!
Milziade (sfilando l’armatura dal corpo inerme di Crio): Se questa è la volontà dei due Re di Sparta non posso oppormi. Prendete pure l’armatura.
Aristodemo (iniziando a infilarsi i pezzi dell’armatura): Ehi, è bella pesantuccia!
Dienece: Signor Milziade, prima non abbiamo avuto occasione di parlare, ma anch’io sogno un giorno di diventare un Gold Saint.
Milziade: Sì, ho capito, ma non è che ora si può far diventare tutti quanti Gold Saint. Siamo soltanto in dodici. Tu di che segno hai detto che sei, ragazzo?
Dienece: Scorpione, signore.
Milziade: Ecco, appunto. Spiacente, armatura già occupata. E occupata dall’unico meritevole di portarla: il sottoscritto.
Dienece: Proprio per questo le chiedevo se poteva farmi da maestro…
Adimanto: Lo sai che sei una lagna, sì?
Cleomene: Adimanto, come se l’è cavata quest’altro durante gli scontri?
Adimanto: Mah, insomma…
Dienece: Come sarebbe a dire?! Ma se è solo grazie a me se abbiamo sconfitto Pitea!
Adimanto: Non ti allargare, ragazzino. Devi mangiarne di cereali per diventare un vero guerriero. Resta al tuo posto e un giorno vedrai che diventerai un ottimo Bronze Saint. Forse.
Dienece (tra sé e sé): Grrr! Dannato mercenario! Ha solo paura di non venir pagato.
Adimanto: Guarda che ti sento. Stai attento…
Cleomene: Ora basta! Tutto è bene quel che finisce bene. Si torna a casa, ragazzi!
Leotichide: Nnngghh