SAINT SEIYA CHRONICLES:
FIRST BLOOD

CAPITOLO F.10
GUERRA CIVILE


 
Sparta. Pochi giorni dopo…
Alfeo, Gold Saint dei Gemelli, corre in direzione dell’agorà. Alla sua sinistra, una figura alata gli tiene il passo saltando da un tetto all’altro e scagliando nella sua direzione mortali saette.
Euribiade, Gold Saint del Sagittario (mentre salta da un tetto all’altro): Ti avverto, Alfeo: tu mi stai mancando di rispetto. E questo non va bene, non va bene per niente. Se ti dico di fermarti, vuol dire che devi smettere di correre, hai capito? Fermarsi, dal greco fermarsi. Non mi sembra difficile. Se poi hai bisogno di altre spiegazioni me lo dici, ci fermiamo un attimo e ne parliamo.
Alfeo (continuando a correre): …
Euribiade: Ah, non vuoi rispondermi, è così?! E allora vediamo se questo ti aiuta a farti entrare nella testa il concetto… ATOMIC THUNDERBOLT!!!
Alfeo compie un salto ed evita facilmente la tecnica dell’avversario. Come Euribiade aveva previsto, il colpo, però, sfonda la parete di un edificio a breve distanza. Alfeo, non appena tocca terra, è costretto a polverizzare con una serie di calci e di pugni numerosi detriti che minacciano di seppellirlo. In questo modo finisce per offrire il fianco all’attacco di un nuovo nemico.
Nuovo nemico in lontananza: BLOODY WALTZ!!!
Due lunghissimi fusti di rosa si dirigono velocemente verso Alfeo, muovendosi come fruste, ma vengono intercettati e schiacciati da grossi frammenti di parete lanciati da un Saint nascosto nell’ombra.
Alfeo: Marone, non immischiarti!
Euribiade: Che brutta figura che stai facendo, Alfeo. Salvato da tuo fratello, un semplice Bronze Saint.
Dalla stessa strada percorsa da Alfeo, sopraggiunge il Gold Saint responsabile dell’ultimo attacco, un uomo basso e tarchiato e con la pelle del viso butterata.
Adimanto, Gold Saint dei Pesci (con il fiatone, poggiando le mani sulle ginocchia): Uff… Uff… Finalmente vi siete fermati. Non ce la facevo più.
Euribiade (saltando giù da un edificio e avvicinandosi lentamente): E ora vediamo di stanare qualche scarafaggio, che dite? INFINITY BREAK!!!
Una pioggia di raggi cosmici bersaglia un basso colonnato dietro il quale si nasconde Marone. Muovendosi nell’ombra e facendosi scudo con i pilastri marmorei, Marone evita tutti i colpi e si getta all’interno della breccia della parete colpita in precedenza dall’Atomic Thunderbolt, cercando di nascondersi.
Euribiade: Ah! Ah! Ah! Ho sempre amato il tiro all’Orsa Maggiore. INFINITY BREAK!!!
La tecnica di Euribiade crea numerosi fori nelle sezioni di parete rimaste intatte.
Alfeo (scagliandosi in direzione di Euribiade): Non osare…
Adimanto: Ma allora non ci siamo capiti. Il tuo avversario ora sono io! PIRANHAN ROSE!!!
Alfeo: No, siete voi che mi avete stancato! GALAXIAN EXPLOSION!!!
La tecnica di Alfeo spazza via le rose nere di Adimanto, rendendo vano il suo attacco, e allo stesso tempo sbalza in aria i due avversari.
Alfeo: D’accordo, leccapiedi degli Agiadi, avete la mia attenzione. Raggiungerò l’agorà non appena vi avrò sconfitti. Attaccatemi pure insieme e lasciate stare mio fratello. Vediamo cosa sapete fare.
Euribiade (rialzandosi): D’accordo. Ma poi non ti lamentare se ti facciamo troppo male, eh?
 
 
Nel frattempo, dalla parte opposta della città…
Ditirambo: Daxos, come mai un sacco di gente sta correndo in direzione dell’agorà?
Daxos: Pare che sia tornato Cleomene e che voglia regolare i conti con Demarato una volta per tutte. Ho sentito che si è portato dietro anche un bel po’ di tirapiedi dal Santuario.
Ditirambo: Cosa?! Dobbiamo correre ad aiutarlo, allora.
Daxos: E perché mai?! Per quanto entrambi siamo in rapporti di amicizia con uno dei due re, sottostiamo alle leggi di entrambi. Qui a Sparta siamo solo degli stranieri, Ditirambo. È già un miracolo che gli Spartani sopportino la nostra presenza. Opporsi apertamente a Cleomene sarebbe imperdonabile.
Ditirambo: Tu fai quello che ti pare, io vado all’agorà!
Daxos: Ditirambo, sono il tuo maestro e ti ordino di non muoverti di qui!
Eurito, Gold Saint della Vergine (con gli occhi chiusi): Faresti bene ad ascoltare il tuo maestro, ragazzino!
Ditirambo: Cosa…?! Il Gold Saint della Vergine?!
Eurito: Ho l’ordine di trattenervi. Ubbidite e non sarà necessario spargere neanche una goccia del vostro sangue.
Ditirambo (indossando la cloth del Corvo): Spiacente, ma non ho tempo per te.
Eurito: Come desideri… Mi era stato detto che avresti creato qualche problema.
Daxos (indossando la cloth di Perseo): Dannazione, pare proprio che bisognerà infrangere qualche regola…
Eurito: Daxos, sicuro di quello che stai facendo?
Daxos: Non posso certo restare a guardare il mio allievo mentre viene massacrato davanti ai miei occhi.
Eurito: Due Silver Saint che si oppongono a un Gold Saint? Quale inconcepibile errore! La vostra fine è ineluttabile. TENMA KOFOKU!!!
Ditirambo/Daxos: BUUARRGGHH!!!
 
Nel frattempo, al centro dell’agorà di Sparta, una folla di persone fanno cerchio intorno ai due Re di Sparta, che si fronteggiano indossando le loro Gold Cloth.
Demarato: Cleomene, quanto tempo. Come è andata la tua gita a Egina?
Cleomene: Non bene. Scommetto che tu c’entri qualcosa.
Demarato: Naaa!
Cleomene: Demarato, è ora che tu cessi di anteporre i tuoi capricci all’interesse dello Stato e che lasci il trono a qualcuno più meritevole di te.
Demarato: Ehi, mi hai tolto le parole di bocca!
Cleomene: Io perlomeno siedo sul mio trono per diritto di sangue. Tu, invece?
Demarato: Fammi indovinare. Hai parlato con Leotichide! Pare che la lezione dell’ultima volta non gli sia bastata. La prossima volta che lo vedo lo metto a tacere per sempre.
Cleomene: Non dovrai aspettare molto. Mi sono permesso di invitarlo alla festa. Ecco, vi lascio discutere su chi tra voi due abbia più diritto al trono…
Cleomene si sposta di lato, lasciando passare Leotichide, che emerge dalla folla tutto sudato e con degli strani tic facciali.
Demarato: Leotichide, mio caro, non ti vedo in gran forma…
Leotichide (correndo in direzione di Demarato): Il mio corpo… brucia! UAAARGHH!!!
Demarato (alzando l’indice verso il cielo): SEKISHIKI…
Prima che Demarato riesca a lanciare la sua tecnica, Leotichide è già su di lui, tempestandolo di pugni dall’incredibile potenza.
Demarato: Com’è possibile? Da quand’è che sei diventato così forte e così veloce? Stai lontano da me!
Demarato cerca di investire l’avversario con un calcio, ma Leotichide è sparito.
Demarato: Dove…?!
Leotichide è alle spalle di Demarato e gli serra un braccio intorno al collo.
Leotichide: Questo calore… questo potere… Demarato, brucia insieme a me!
Leotichide avvolge Demarato con il proprio cosmo incandescente. Demarato cerca di liberarsi dalla presa sferrando delle gomitate nello stomaco di Leotichide, ma questi sembra non accorgersene neanche.
Demarato: UUAARGHHH!!!
Leotichide lascia la presa e Demarato cade a faccia in giù nella polvere.
Cleomene: Demarato, ti accuso di non essere figlio legittimo di Re Aristone.
Demarato (mettendosi a sedere a terra e pulendosi l’armatura con una mano): Non sarà questo ridicolo duello a deciderlo. È la tua parola contro la mia, Cleomene.
Cleomene: Ti sbagli, è la tua parola contro quella degli Efori. Si dice che quando tua madre annunciò la tua nascita, Aristone fece il calcolo dei mesi ed esclamò di impeto dinnanzi agli Efori che non potevi essere suo figlio.
Demarato: Spiacente informarti che gli Efori non sono qui per confermare le tue parole. Al momento sono impegnati in uno dei loro viaggi diplomatici.
Cleomene: Ti sbagli di nuovo, Demarato. Loro sono qui.
Demarato: Che cosa?!
Cleomene: Diciamo che li ho incrociati lungo il mio cammino e che hanno deciso di seguirmi fino a casa.
Dalla folla emergono cinque anziane e basse figure incappucciate.
Cleomene: Efori, avete ascoltato l’accusa posta da me e Leotichide a questo falso governante. Qual è il vostro verdetto? Potete confermare le mie parole?
Gli Efori si guardano tra loro dubbiosi.
Demarato: Non osate… Siamo sempre stati alleati io e voi…
Eforo4: Niente di personale, Demarato. In quanto rappresentanti di una delle cariche più alte dello Stato, è nostro dovere riferire la verità e nient’altro che la verità. Come molti già sapranno, noi cinque abbiamo effettivamente sentito Re Aristone pronunciare quella frase. D’altra parte, però, non possiamo sapere con certezza se tu sia semplicemente nato prematuro o se tu madre abbia giaciuto con qualcun altro.
Eforo2, Eforo3 e Eforo5 tirano di nascosto delle gomitate di intesa a Eforo1.
Demarato: Li hai sentiti, Cleomene. Loro non possono di certo saperlo con certezza.
Cleomene: Uh! Uh! Uh! Pensi davvero di cavartela così a buon mercato, Demarato? Sono anni che attendo questo momento.
Sopraggiunge Eurito che trascina dietro di se Daxos e Ditirambo, privi di sensi, tirandoli per l’armatura a livello della collottola.
Eurito (lanciando i due Silver Saint in mezzo alla piazza): Eccomi, Maestà, li ho sistemati come mi ha ordinato.
Cleomene: A dire il vero, ti avevo ordinato di far fuori il ragazzino, non di lasciarlo privo di sensi.
Eurito: Se possibile vorrei evitarlo. Con tutto il rispetto non ne vedo la necessità.
Cleomene: Cosa vuoi vedere tu, Eurito? Devi solo ubbidire ai miei ordini. Uccidilo!
Demarato (alzandosi): Non farlo!
Leotichide (bloccando il passo a Demarato): Spiacente, di qui non… non si passa.
Nel frattempo, dalla parte opposta da cui è giunto Eurito, sopraggiunge anche Alfeo, che trascina per i piedi Euribiade e Adimanto, privi di sensi.
Alfeo (lanciando Euribiade e Adimanto vicino a Eurito): Hai sentito gli ordini di Demarato, Saint della Vergine. Non uccidere quel ragazzino.
Eurito: Alfeo, amico mio, ti chiedo di non intrometterti. Non voglio combattere contro di te.
Alfeo (avvicinandosi di qualche passo, minaccioso): Comportati da uomo, Eurito. Non vuoi combattere contro di me, ma preferisci giustiziare un ragazzino svenuto, è forse questa la verità?
Proprio in quel momento Daxos e Ditirambo recuperano i sensi e, sorreggendosi l’un l’altro, si alzano lentamente in piedi.
Eurito (muovendosi in direzione dei Silver Saint): Ecco, vedi? Non è più privo di sensi. Ora lasciami fare il mio lavoro.
Alfeo (poggiando una mano sulla spalla di Eurito): Non un altro passo, Eurito.
Leotichide (continuando a sudare ed esprimendosi a fatica): Cleomene, ricorda… ricorda i patti! Q-quel ragazzino ha osato dissacrare i sepolcri reali degli Europontidi. Deve… deve morire!
Cleomene: Cosa aspetti, Eurito? Elimina quel traditore di Alfeo!
Eurito: E così sia.
Eurito si gira e sferra un pugno, che viene fermato dalla mano di Alfeo. Quest’ultimo cerca a sua volta di colpire Eurito, ma il suo pugno viene fermato dal palmo della mano del Saint della Vergine.
Cleomene: Questa è… la posizione della battaglia dei mille giorni! Dannazione, non ho tutto questo tempo! Ci penso io!
Cleomene si avvicina a Ditirambo, ma Daxos si frappone tra i due mostrando a Cleomene lo scudo di Medusa.
Daxos: Mi perdoni, Maestà…
Gli arti e il busto di Cleomene iniziano a pietrificarsi.
Daxos: Scappa, Ditirambo. ORA!!!
Cleomene: Daxos, stai commettendo un grave reato. Come osi agire in questo modo verso il sovrano del paese che ti ospita?
La folla inizia a mormorare e a lanciare sguardi ostili verso Daxos. Ditirambo fa qualche passo per scappare, ma è conciato troppo male e crolla sulle ginocchia.
Cleomene: Daxos, annulla l’effetto della tua tecnica. ORA!
Daxos: Io… io… D’accordo, va bene…
La pietrificazione di Cleomene regredisce, ma molto lentamente.
Cleomene: DATTI UNA MOSSA, DAXOS! ANNULLA LA TECNICA!
Daxos: Ditirambo…
Ditirambo volge lo sguardo verso il cielo. I suoi occhi sono limpidi. Infila due dita in bocca ed emette un lungo fischio. All’improvviso un’ombra scura cala sull’agorà e tutti i presenti vengono investiti da volatili dalle nere piume. La folla si mette a urlare e ad agitarsi per scacciare gli uccelli, ma è solo un attimo: subito dopo i corvi hanno già ripreso il volo, portando via con sé Ditirambo. Quando la pietrificazione di Cleomene si ritira a sufficienza da consentirgli di muoversi liberamente, Ditirambo è ormai fuori portata.
Cleomene: GUARDIE! Arrestate quest’uomo!  
Due soldati spartani afferrano Daxos per le braccia.
Cleomene: Voglio essere clemente con te, Daxos. Non ti farò giustiziare, ma con un po’ di sana tortura da oggi in avanti imparerai a stare al tuo posto. Portatelo via!
I soldati portano via Daxos. Alfeo ed Eurito interrompono la loro battaglia.
Cleomene: E ora torniamo alla questione principale. Invoco il vostro consiglio, onesti cittadini di Sparta! In che modo dobbiamo giudicare Re Demarato? Legittimo erede al trono o re fasullo? Se prendessimo per buono il suo suggerimento e non considerassimo sufficiente come prova di illegitimità la testimonianza degli Efori, a cos’altro potremmo appellarci? Pantite, tu che ti nascondi in mezzo alla folla e ancora non hai preso posizione… proprio tu che indossi l’armatura di colui che con il solo suo giudizio imparziale riuscì a determinare la vittoria durante la prima Guerra Sacra che la storia ricordi…
Eforo1, Eforo3, Eforo4 e Eforo5 danno di nascosto delle piccole gomitate di intesa a Eforo2.
Cleomene: Tu, Pantite, Gold Saint della Bilancia, come suggerisci di dipanare la questione? Se il giudizio dei mortali non è bastevole, secondo te, a chi altri potremmo rivolgerci?
Pantite (avanzando timidamente di qualche passo): A… agli dèi?
Demarato: Obiezione! L’accusa suggerisce la risposta!
Cleomene: Obiezione respinta! Pantite, non potendo al momento rivolgerci direttamente a loro, a chi potremmo chiedere? Chi per loro espongono i vaticini?
Pantite: La… la Pizia?
Demarato: Obiezione! Pantite è un babbo di pezza!
Cleomene: Silenzio, Demarato! Non peggiorare la situazione! Non infangare il nome di un così nobile Saint!
Pantite: Aspettate… Ora che ci penso, ho incontrato la Pizia poco fa per le strade di Sparta. Casualmente proprio oggi è in visita a Sparta. Dovremmo approfittarne e chiamarla a dare il suo responso!
Cleomene: Ottima idea, Pantite!
Demarato: Casualmente…
Cleomene: Pizia Perialla, se se qui tra noi, batti un colpo!
Perialla (con la maschera sul viso e con le vesti della Pizia): Eccomi, Re Cleomene! Mentre assistevo ai fatti ne ho approfittato per sacrificare una capra e consultare gli dèi. Ho già pronto il mio vaticinio!
Folla (ammirata): Ooohhhh!!!
Demarato (rivolto alla folla): Per Ate, ma non vi rendete conto che è tutta un’enorme pagliacciata?
Cleomene: Demarato, mi stupisco di te! Non penserai che una santa donna come la Pizia possa essere stata corrotta, non è vero? Questa è blasfemia!
Dalla folla si sollevano mormorii di disapprovazione.
Demarato: Naaa, questa non è blasfemia. Questa è la solita vecchia Sparta e tu sei un cialtrone, Cleomene.
Perialla: Ebbene, gli dèi mi hanno riferito che…
Demarato: Ehi, aspetta un attimo, Pizia di Delfi. Sbaglio o il tuo accento è marcatamente dell’Attica? Non ti ho già incontrato da qualche parte?
Cleomene: Demarato, basta disturbare!
Leotichide: B-basta d-dis… disturbare…
Perialla: Come stavo dicendo, gli dèi mi hanno riferito che Demarato non è figlio di Aristone!
Demarato: Un oracolo quantomeno sibillino! Chissà cos’avrà voluto dirci? No, scherzi a parte, Pizia, non ti ho già visto da qualche altra parte?
Cleomene: Onesti cittadini di Sparta! La Pizia ha parlato! Direi che non c’è molto altro da aggiungere. Pantite, cosa ne pensi? Possiamo ora affermare con certezza che costui è un re fasullo?
Pantite: S-sì, credo di sì…
Cleomene: Bene, anche il venerabile Saint della Bilancia mi dà ragione. Se anche voi tutti siete d’accordo, sentenzio che la corona Europontide passi al suo legittimo erede, Leotichide.
Folla: AU! AU! AU!
Leotichide: Anche la cloth, Cleomene. Voglio anche la cloth…
Demarato: Cosa c’entra la cloth?
Cleomene: E che anche la Gold Cloth del Cancro sia sottratta a Demarato per essere assegnata a Leotichide, affinché un re possa indossare un’armatura a lui degna. Siete tutti con me?
Folla: AU! AU! AU!
Cleomene lancia un segnale ad alcune guardie. Queste si avvicinano a Demarato.
Demarato: Non osate toccarmi! SEKISHIKI…
Ancora una volta, Demarato non riesce a concludere la sua tecnica. Leotichide gli è subito addosso e gli sferra un pugno alla mascella. Demarato vola a terra. Leotichide lo raggiunge, gli si siede sopra e inizia a strappargli via i pezzi dell’armatura a mani nude.
Demarato: Qui ti volevo! ACUBENS!!!
Demarato afferra Leotichide con le gambe, con l’intento di stringerle come una chela e troncare l’avversario in due. L’attacco però non ha effetto. Leotichide inspira profondamente e gonfia i muscoli, rendendoli più resistenti dell’acciaio.
Demarato: Com’è possibile? Cosa diavolo sei diventato, tu? Come ci sei riuscito, parla!
Leotichide solleva con tutta calma un pugno carico di cosmo e lo sferra verso il basso, abbattendolo sul costato dell’avversario.
Demarato (sputando sangue): BBUUARGHHH!!!
La terra trema e per la forza dell’impatto si crea un cratere sotto il corpo di Demarato. Demarato perde i sensi.
Cleomene: Bene! Io e il nuovo Re Leotichide ritorneremo a Egina per catturare il Gold Saint dell’Ariete. Ho bisogno di forti guerrieri che ci accompagnino. Aristodemo!
Aristodemo (in mezzo alla folla): Sua Maestà?
Cleomene: Tu verrai con me. Ti nomino comandante di un piccolo gruppo di Hippeis che potrai scegliere personalmente tra chi, tra gli opliti semplici, si offrirà di partire per questa missione.
Atristodemo: Agli ordini!
Cleomene: Leotichide, tutto a posto con quell’armatura?
Leotichide (con indosso la cloth del Cancro): Tutto… a posto!
Cleomene: Eurito! Raccatta da terra Euribiade e Adimanto. Prepariamoci per la partenza. Andiamo!
Eurito (caricandosi Euribiade e Adimanto sulle spalle): Agli ordini!
Cleomene, Leotichide, Perialla ed Eurito si allontanano. Gli Efori tornano alle loro mansioni in città. Aristodemo inizia a scegliere i nuovi Hippeis tra i soldati rimasti in quel momento nell’agorà. Il resto della folla si disperde. Alfeo si avvicina al suo amico Demarato, lo solleva in braccio e si avvia con lui verso i margini della città.