SAINT SEIYA CHRONICLES:
SOUL OF BERSERKER

 

CAPITOLO S.31

 
Artabano e Atossa raggiungono la grande porta monumentale antistante al palazzo reale.
Artabano: L’esercito è allo sbando. I tempi sono maturi. Le continue sconfitte subite e i malumori che ne sono derivati hanno creato il terreno ideale sul quale creeremo un nuovo impero. Molto tempo fa Ares in persona mi ha confessato che, grazie allo Scettro della Vittoria, Athena non avrebbe mai perso contro di lui. Quello a cui il dio della guerra aveva sempre puntato era solo impadronirsi della Cloth della Coppa, anche se non mi è chiaro fino in fondo a cosa gli serva. La mia idea iniziale era semplicemente quella di approfittare del caos che la guerra avrebbe generato, ma dopo aver avuto un quadro più chiaro della situazione, ho aspettato con calma che prima Dario e poi Serse si ridicolizzassero davanti all’impero, accumulando sconfitte su sconfitte. Nel frattempo, nel corso degli anni, ho raccolto un sempre crescente numero di consensi sia tra il popolo che tra le maggiori personalità di spicco dell’impero persiano e ora, finalmente, aspettano tutti solo che afferri il potere con le mie stesse mani per essere al mio fianco nel nuovo mondo che plasmerò!
Atossa: Spero tu non mi consideri soltanto come una delle tue tante pedine…
Artabano (accarezzando una guancia di Atossa): Mia cara, lo sconfinato impero di cui presto sarò sovrano assoluto non è nulla rispetto al dono del tuo amore incondizionato.
Atossa si avvicina a una delle gigantesche statue che fiancheggiano il passaggio occidentale della grande porta monumentale, rappresentante Re Dario scolpito secondo il modello egizio della statua-pilastro.
 Atossa: Me tapina. Il mio povero marito non è stato in grado di ascoltare la voce del suo popolo e il nostro disgraziato figlio non ha fatto altro che gettare disonore sulla nostra casata…
Artabano (poggiando le mani sulle spalle di Atossa): Non è mai troppo tardi per rimediare agli errori del passato. Prima che Serse diventasse abbastanza grande per governare, ero io potenzialmente l’erede al trono. Era in quel momento che avremmo dovuto agire. Se ci fossimo sbarazzati di mio fratello Dario in quel momento, grazie al tuo aiuto nessuno avrebbe fermato la mia ascesa al potere. Ora però abbiamo l’occasione di cancellare con un colpo di spugna gli ultimi anni e ricominciare da capo come se niente fosse successo.
Atossa: Ne parli come se fossi in grado di viaggiare nel tempo…
Artabano: Ah! Ah! Ah! Che assurdità! Ovviamente nessuno è in grado di usare un simile potere, però possiamo fare in modo che coloro che occupano attualmente il palazzo reale si eliminino tra di loro, lasciando noi come unici legittimi regnanti, e lo faremo sfruttando la discordia che già serpeggia tra tutti loro. Vieni, proseguiamo lungo il tragitto che ci porterà allo strumento in grado di realizzare il nostro piano.
Superata la porta monumentale e i Propilei, Artabano e Atossa proseguono verso sud-ovest, raggiungendo le mura dell’Acropoli. Al loro interno, sulle antiche rovine della ziggurat dedicata a Inshushinak, antico dio protettore di Susa, sorge ora un altro edificio in stato di abbandono: la torre che Ares creò al tempo della Prima Guerra Persiana.
Artabano: Atossa, ricordi come Ares era fiero di questa torre? Egli la utilizzò per alimentare i dissidi tra gli uomini, la loro sete di sangue, il loro istinto omicida. Grazie a essa, il dio della guerra generò la nebbia rossa che avrebbe dovuto debellare i soldati dell’esercito greco, spingendoli a uccidersi l’un l’altro prima ancora di doverli affrontare noi in battaglia. Questo immenso potere finì però per ritorcerglisi contro, quando gli Ateniesi riuscirono a dominare la loro furia berserk e a canalizzarla verso il loro vero nemico. Da allora, Ares smise di fare troppo affidamento su questo edificio e, ora che il dio ha nuovamente abbandonato questo mondo, la torre è totalmente abbandonata a se stessa. Ebbene, io non sarò un dio come Ares, non ho il suo immenso cosmo e non ho modo di accedere al pieno potere di questo gigantesco artefatto divino, però negli ultimi undici anni non ho mai smesso di studiarne i meccanismi interni e oggi posso dire di essere in grado di sfruttare la sua energia residua per generare a breve distanza una modesta nebbia berserk incolore, sufficiente per farmi impadronire del trono di Persia. Vieni, saliamo in cima alla torre. Da lì avremo una panoramica perfetta per assistere alla caduta di Serse e di tutti gli attuali occupanti del palazzo reale.
Atossa e Artabono entrano all’interno dell’edificio e, dopo aver percorso innumerevoli gradini, raggiungono un ballatoio in cima alla torre.
Artabano (poggiando le mani su una leva che spunta dalla parete): Ho già preparato tutto. Mi basterà abbassare questa leva per dare il via al massacro.
Atossa poggia le proprie mani su quelle di Artabano e, insieme, i due abbassano la leva. Subito dopo, intorno al palazzo reale si alza una fitta nebbia.
 
 
Nel frattempo, dopo aver abbandonato l’apadana, Senagora accompagna Stelios per un giro turistico all’interno del palazzo hadish.
Senagora: E infine, proseguendo ulteriormente verso sud, raggiungeremmo i magazzini, dove, a quanto mi è stato riferito, è stata adibita una piccola cella per il Saint della Coppa. Vuoi che avverta Re Serse affinché possiamo andare subito a interrogare il prigioniero o preferisci rimandare a domattina? Sta scendendo il buio e mi rendo conto che è stato un lungo viaggio fino a Susa, quindi lascio a te la scelta. Ehi, sbaglio o si sta alzando una strana nebbia…?
 
a) Se Stelios sceglie di andare a interrogare il prigioniero, vai a S.03
 
b) Se Stelios preferisce recarsi al suo alloggio, vai a S.17
   
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NOTE

- Artabano (accarezzando una guanca di Atossa): Mia cara, lo sconfinato impero di cui presto sarò sovrano assoluto non è nulla rispetto al dono del tuo amore incondizionato. --> Qui c’è parecchia roba di mia invenzione. La relazione tra Artabano e Atossa è mia invenzione, così come pure le mire al trono da parte di Artabano. Da quello che ci racconta Erodoto, Artabano d’Istaspe era un pezzo di pane e, nonostante non si facesse problemi a battibeccare con Serse, era di indole sostanzialmente pacifica e contrario alla guerra. Non molti anni dopo, vi è stato però un altro Artabano nella storia (Artabano di Ircania, forse neppure imparentato con la casata Achemenide) che per un breve periodo di tempo si impadronì del potere causando la morte di diversi Achemenidi (forse addirittura anche di Serse). L’Artabano che leggete in questa fanfic è quindi da considerarsi un personaggio d’invenzione, fusione tra i due Artabano.
 
- "Prima che Serse diventasse abbastanza grande per governare ero io potenzialmente l’erede al trono." --> Vedasi: http://www.livius.org/articles/person/artabanus/
 
- "grazie al tuo aiuto nessuno avrebbe fermato la mia ascesa al potere." --> In Erodoto VII, 3, apprendiamo che alla morte di Dario era Atossa ad “avere in mano tutto il potere”. Era lei ad avere l’ultima parola su chi dovesse succedere al trono di Dario. Quindi, in teoria, se Dario fosse morto qualche anno prima e Atossa avesse nominato suo fratello Artabano come successore, nessuno avrebbe potuto dire niente a riguardo.