SAINT SEIYA CHRONICLES:
SOUL OF BERSERKER

 

CAPITOLO S.18

 
La flotta di Leotichide, in risposta alla supplica degli Ioni di essere liberati dall’oppressore persiano, fa rotta verso l’Asia e, gettata l’ancora nelle acque di Delo, pone il suo accampamento presso la spiaggia della piccola isola.
Qualche giorno dopo…
Cecrope: Leotichide, si era detto che a Delo avremmo fatto solo una breve pausa. Come mai non ci decidiamo ancora a proseguire il viaggio? La flotta nemica si trova a Samo e ancora non sappiamo quanto manca per raggiungerla.
Leotichide: Dice bene, venerabile Cecrope. Osservi questo mare sconfinato. Non sappiamo cosa ci attende oltre l’orizzonte e quanto dovremo navigare ancora. Samo potrebbe trovarsi perfino oltre le colonne d’Ercole.
Cecrope: Non ti sembra di esagerare, ammiraglio? Spero che tu non voglia rinunciare alla nostra spedizione. Che senso avrebbe dopo aver fatto tutta questa strada?
Daxos: Ammiraglio, venerabile Cecrope, guardate! È approdata alla spiaggia una minuscola imbarcazione.
Leotichide: Certo che l’ho vista! Non vedo però cosa ci sia da agitarsi per una banale barchetta di pescatori.
Tre uomini scendono dall’imbarcazione e si avvicinano.
Messaggero: Fratelli greci, siamo giunti fino a voi dall’isola di Samo per darvi il benvenuto e per ringraziarvi di aver risposto alla nostra richiesta di aiuto.
Leotichide: Siete partiti da Samo?! Ne avete di coraggio per intraprendere un viaggio del genere con quella bagnarola!
Messaggero: Ehmmm… Suvvia, mio signore, Samo non è poi così distante…
Leotichide: Ma che, scherzi?! Ho sentito storie di marinai che hanno perso il senno e la memoria, smarriti in queste acque sconfinate. Ho sentito di creature orribili, giganteschi mostri marini che trascinano gli scafi sul fondo dell’oceano. Di bellissime sirene, dai canti melliflui, che gli uomini stregano tutti, chi le avvicina…
In quel momento, dal lato del campo occupato dagli Ateniesi, sopraggiunge Santippo.
Santippo, Silver Saint della Vela: Leotichide, smettila di dire sciocchezze! Non ti rendi conto che le tue paure derivano soltanto dal potere dell’Armata del Terrore? In questo momento stanno sicuramente impiegando il loro cosmo allo scopo di tenerci alla larga il più possibile, fino a quando non saremo stremati a causa dell’inedia.
Messaggero: Di questo non dovrete preoccuparvi. Siamo qui soprattutto per assicurarvi che noi Ioni siamo tutti dalla vostra parte. Proprio in questo momento alcuni di noi stanno manipolando le informazioni in possesso del nemico per comunicargli la vostra rinuncia a questa missione. Probabilmente già entro la giornata odierna la flotta persiana si ritirerà verso il continente e voi potrete proseguire il viaggio.
Leotichide: E una volta raggiunta la terraferma cosa cambierà? L’armata nemica ci terrà di nuovo a distanza con i suoi poteri e nulla sarà cambiato. In quel caso potremmo, anzi, essere dei facili bersagli per le loro frecce.
Al gruppo si uniscono anche Aminia del Toro e Ermolico della Poppa, un Silver Saint di notevole stazza e privo dell’occhio sinistro, in luogo del quale corrono quattro lunghe cicatrici.
Ermolico, Silver Saint della Poppa (stringendosi il pugno destro con la mano sinistra in gesto plateale): Se posso dire la mia, io suggerisco intanto di muoverci non appena ci sarà possibile. Poi vedremo il da farsi. I Saint di Athena trovano sempre una soluzione. Leotichide, se è vero che sei uno spartano, dovresti vergognarti di te stesso nel mostrarti così pavido.
Leotichide: Modera le tue parole, soldato!
Aminia, Gold Saint del Toro: Anch’io sono d’accordo nel proseguire, ma confido nel giudizio dei miei superiori.
Santippo: Noi Ateniesi non ci fermeremo per così poco. Se le condizioni saranno favorevoli, partiremo domani poco prima dell’alba. Voi Spartani fate come vi pare.
Leotichide: Non serve essere così sbruffoni, Ateniesi. Partiremo anche noi, è ovvio. In qualità di ammiraglio ho solo voluto vagliare ogni possibilità prima di prendere una decisione. L’ho fatto solo per il bene dell’intera flotta.
Ermolico (sarcastico): Certo, certo…
Santippo: Qual è il tuo nome, messaggero?
Messaggero: Il mio nome è Egesistrato, Silver Saint dello Scudo. I due uomini al mio fianco sono personaggi di scarsa importanza ai fini della storia.
Leotichide: Egesistrato, eh? Giacché il tuo nome ha il significato di guida, come segno di buon auspicio per la riuscita della missione, mi condurrai attraverso queste acque a bordo della mia stessa nave.
Egesistrato: In realtà pensavamo di ripartire subito per avvertire gli Ioni della decisione presa e far sì che si tengano pronti per il vostro arrivo.
Leotichide: Per fare questo basteranno i tuoi due compagni. Tenendoti con noi avremo un minimo di garanzia che non ci tradirai all’ultimo momento!
Santippo: Leotichide! Non essere maleducato.
Cecrope: Purtroppo Leotichide ha ragione. Di questi tempi non si può mai essere tranquilli.
Leotichide: Bene, allora consiglio nella giornata di oggi di riposarci in vista dell’imminente partenza. È tutto.
 
 
Quella stessa sera, presso l’isola di Samo…
Masiste, Berserker del Khanjar: Artainte, hai sentito cosa hanno detto i nostri informatori? Ordina alle navi di fare rotta verso il continente!
Artainte, Berserker dell’Akinakes: Non ci penso nemmeno. Non credo a una sola parola di quello che dicono gli Ioni. Dato che ci hanno riferito che la flotta greca si è ritirata, è ovvio che sia avvenuto l’esatto contrario e che siano pronti ad attaccarci non appena abbassiamo la guardia.
Masiste: Lo penso anch’io, ma estendendo l’influsso del Terrore così in lontananza stai solo sprecando il cosmo dei nostri soldati. Se è vero che non si sono ritirati, quando arriverà il momento dello scontro, avremo molte più speranze se per allora ci saremo ricongiunti all’esercito di terra di Tigrane.
Artainte: Non ci siamo capiti. Battermi con loro è proprio quello che voglio evitare. Troppe volte li abbiamo sottovalutati e troppe volte siamo stati sconfitti. Preferisco di gran lunga cercare di tenerli a distanza fino a quando non saranno costretti a tornarsene da dove sono venuti.
Masiste: Il tuo unico interesse è quindi quello di mantenere il controllo della Ionia? Che il cielo mi fulmini se ti permetterò di negarmi una gloriosa vittoria in battaglia da portare in dono al mio adorato fratello Serse! Inoltre non sappiamo ancora se il nostro obiettivo è là fuori o se è rimasto tra le file del loro esercito di terra. Se la flotta greca fosse davvero costretta a tornarsene in patria e lui ci sfuggisse, Ares non ce lo perdonerebbe mai.
Artainte: Non mi interessa quale sia l’obiettivo di Ares. Io difendo solo gli interessi dell’impero persiano.
Masiste: Questa è una bestemmia! Non sei degno dell’armatura che indossi! Se non la smetti con questo comportamento scellerato, non appena questa missione avrà fine giuro che ti faccio decapitare. Non dimenticarti che sono il principe Masiste, satrapo della Battriana e fratello di sangue del Grande Re Serse. Tu mi devi obbedienza!
Artainte: E tu rammenta che, fino a prova contraria, sono io a comando della flotta e sono io a decidere se ritirarci o no. Non credere di farmi paura.
Artainte fa per girarsi e andarsene, ma un gigantesco Berserker gli sbarra la strada.
Artainte: Senagora… anche tu…
Senagora, Berserker del Bagh Nakh: Io sono fedele al principe Masiste. Ti conviene fare come dice.
Masiste: Artainte, invia subito un ordine telepatico all’intera flotta ordinando il ritiro verso il continente o te la dovrai vedere con entrambi.
Artainte: Dannazione…
Masiste (fissando il vuoto): Serse, mio amato fratello! Amira, mia adorata moglie! Presto mi ricongiungerò a voi portandovi notizia della mia splendida vittoria!
 
 
Nel frattempo, presso gli alloggi situati nella parte sud-ovest del grande palazzo reale a Susa, e più precisamente presso la stanza da letto del Re Serse…
Serse (correndo attorno al letto): Non fuggire, o mia bella Dafne! Fatti acchiappare!
Amira (sfuggendo al sovrano divertita): Hi! Hi! Hi! Birbantello di un re! Che cosa mi vuoi fare, eh?
Serse: Ah, se ti prendo…
Sentendo dei gridolini provenire dalle stanze di Serse, la madre del re, Atossa, si avvicina guardinga, attraversa il vestibolo e l’anticamera e sbircia attraverso le doppie porte che danno accesso alla camera da letto, intravedendo la scena. Subito dopo si allontana scuotendo la testa, avvilita.
 
Continua a S.19
 
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NOTE

Come ci insegna Shiori Teshirogi nel suo Lost Canvas, i Berserker di un certo rango posseggono particolari armi da cui deriva il loro nome completo di battaglia (vedi Ema del “Jamadhar” e Kokalo del “Buhj”)
Vediamo alcune delle armi scelte per i Berserker di questa storia:
- Khanjar --> Un grosso coltello-pugnale a lama ricurva (una singola curvatura nella sua versione persiana). La lama può raggiungere anche i 30 cm di lunghezza.
- Akinakes --> Spada da stoccata di origine scita molto diffusa tra i Persiani, lunga 34-46 cm. Se ne fa menzione ad esempio in Erodoto IX, 107, impugnata dallo stesso Artainte.
- Bagh Nakh --> Sorta di tirapugni da cui dipartono alcune sbarrette di ferro atte a squarciare la pelle dell’avversario. Un Bagh Nakh dagli artigli particolarmente lunghi è utilizzato dal ben noto personaggio di Vega in Street Fighter. È un’arma di origine indiana e forse non così antica da essere presente nel V secolo a.C. (ma non è detto: non è chiaro quando fu inventata). Dal momento che, come vedremo, Senagora è essenzialmente un picchiatore (al limite del wrestler, come si evince anche da Erodoto, IX, 113), ho voluto dargli un’arma che non gli impedisse di malmenare in maniera ignorante i propri avversari.
 
- Amira --> Il nome della moglie di Masiste è mia invenzione. Erodoto la chiama soltanto “moglie di Masiste”. Le vicende che riguardano la relazione tra Serse e la moglie di Masiste sono state da me parecchio semplificate, altrimenti avrei dovuto raccontare una sorta di telenovelas - una telenovelas gustosa e che avrebbe mostrato bene le follie di Serse, ma che purtroppo avrebbe preso troppo spazio.