SAINT SEIYA CHRONICLES:
SOUL OF BERSERKER

 

CAPITOLO S.17

 
Stelios cerca di raggiungere il suo alloggio, indicatogli poco prima da Senagora, ma finisce per perdersi all’interno del palazzo, complice anche la strana nebbia che avvolge tutto l’edificio. Dopo svariati minuti Stelios raggiunge uno dei tre cortili interni, dove ritrova alcuni illustri personaggi della corte persiana che cercano di uccidersi l’un l’altro.
Addossata a terra a un angolo delle pareti, vi è Amira, la moglie di Masiste, gravemente ferita in più parti del corpo. Poco distante, vi è Masiste, che cerca a fatica di trattenere Amestri, la moglie di Serse, con in mano un pugnale insanguinato e del tutto intenzionata a finire il lavoro da lei cominciato.
Amestri (agitandosi e fissando uno sguardo carico d’odio su Amira): Maledetta puttana, ti insegno io a rubare i mariti delle altre. Giuro che ti strapperò via naso, orecchie, labbra e lingua da quel bel faccino. Infine taglierò via le tue mammelle e le getterò ai cani!
Masiste (trattenendo a fatica le braccia di Amestri): Calmati, mia regina. Se è vero quello che stai insinuando, l’unico responsabile allora è mio fratello, che ha abusato della sua posizione, e sarà lui a pagare.
Amestri (smettendo per un attimo di agitarsi e spostando il suo sguardo su Masiste): Masiste, come osi gettare discredito sul Re di Persia e opporti anche alla sua consorte? Sei forse invidioso di tuo fratello e della sua bella moglie? Dillo che sei invidioso! Ah, ho capito! Sei tu che hai spinto Amira a certi atti impudichi!
Masiste: Cosa diavolo stai dicendo, Amestri? Ehi, vuoi stare ferma, dannazione? Stelios, per fortuna che sei qui! Dammi una mano!
Stelios: I-io?!
Masiste: Sei un Berserker d’élite, no? Usa la tua arma speciale!
Stelios: La mia… arma?! Non so neppure come si usa! Anzi no, forse ho capito…
Pervaso anche lui dagli effetti della strana nebbia, Stelios afferra la sua spada spezzata e la lancia in direzione di Amestri. La strana arma colpisce alla nuca Amestri dalla parte dell’impugnatura. Masiste molla la presa e la Regina prende a vacillare.
Amestri: Villano che non sei altro! Non si colpisce una regina di Persia con l’impugnatura di una spada. La pagherai cara per questa.
Proprio in quel momento sopraggiunge nel cortile anche Serse.
Serse (avvicinandosi premuroso ad Amestri): Cosa sta accadendo qui? Mogliettina mia, chi ti ha fatto questo?
Masiste (indicando Amira): Chi ha fatto quello a mia moglie, vorrai dire! Amestri voleva vendicarsi su Amira per le porcate che si suppone tu abbia combinato con lei. Serse, amato fratello, dimmi che ci siamo tutti sbagliati sul tuo conto, te ne prego!
Serse: Ma fratellino mio, pure l’Autore fa ogni volta fatica a distinguere tra i loro nomi. Potrai pur perdonarmi se per una volta o due mi sono confuso anch’io tra i due personaggi.
Moglie di Serse (squittendo): Tesoooro!
Serse (stringendosi alla moglie): Am… amor mio, sono qui con te, ora! Lo sistemo io questo prepotente. Tu vai pure a finire quello che stavi facendo.
Moglie di Serse (con sguardo spiritato): Sì, caro!
Masiste: Cos…?! No, fermatevi!
Masiste si lancia in direzione di Serse e di sua moglie, ma una potente barriera rossastra proveniente da Serse respinge con violenza all’indietro il Berserker. La moglie di Serse si mette cavalcioni sulla moglie di Masiste e la pugnala innumerevoli volte.
Masiste (a terra): NOOOO!!!
Stelios: Quella barriera rossastra… Non sarà che… sta per tornare Ares?
Serse (accasciandosi a terra): Ares…?! No, ti impedirò di impadronirti ancora del mio corpo! Non sai che un regnante Achemenide non può essere posseduto due volte dallo stesso dio? Lasciami in pace una buona volta! UAARGHH!!!
Masiste (impugnando i khanjar): Devo fermarlo ora, prima che risvegli il suo pieno potere! Preparati, Serse, sto arrivando! Per te è finita, dannato!
Masiste cerca di avvicinarsi, ma viene respinto indietro da terribili scariche di cosmo.
Serse (a terra, in preda a fulmini rossastri): Masiste, fratello ingrato! Dopo tutto quello che ho fatto per te, è la mia morte ciò a cui ora tu aneli? Cos’è una moglie, rispetto all’amore fraterno di un dio re? Di mogli te ne darò a dozzine. A centinaia! Ora implora il mio perdono e tirami fuori da questa situazione, muoviti!
Masiste: Piantala di farneticare. Sei solo un maledetto despota! Giuro che tornerò con un esercito e te la farò pagare, Serse!
Serse: Se è questa la tua risposta, allora sei un uomo morto, Masiste. Un uomo morto! Fuggi pure, ma i miei uomini ti daranno la caccia fino in capo al mondo!
Masiste fugge via.
Pochi istanti dopo sopraggiunge Artainte.
Artainte: Mio re, cosa succede?
Serse: Artainte, presto! Insegui Masiste e uccidilo!
Artainte (con un ghigno): Con estremo piacere, mio signore.
Serse: Vai, muoviti! È andato da quella parte!
Artainte corre nella direzione indicata da Serse. Stelios si guarda in giro, non sapendo bene cosa fare. Amestri continua a infierire sul cadavere di Amira in preda all’estasi.
Stelios (rivolto a Serse): Posso esserle utile in qualche modo, mio signore?
Serse: Portami un bicchiere d’acqua, per cortesia. La mia gola soffre di una leggera arsura.
Stelios: Subito, signore!
Serse: Ma no, sciocco! Dammi una mano con questo dannato dio della guerra. Usa il tuo cosmo. Fa’ qualcosa! Non voglio che Ares torni a prendere il mio corpo.
Stelios: Io… non so bene cosa fare, ma ci provo…
Stelios prova ad avvicinarsi, ma anche lui viene respinto dalle scariche di cosmo.
In quel momento si apre un portale dimensionale, dal quale fuoriesce Perialla, con indosso la sua Sarkr del Chakram.
Perialla: Quelle scariche rossastre… Non mi sbagliavo, dunque! Il divino Ares sta per solcare di nuovo questa terra!
Serse: Perialla, aiutami tu! Liberami da questa sofferenza!
Perialla (scostando Stelios): Levati di mezzo, tu.
Perialla si avvicina a Serse senza troppi problemi, si inginocchia a terra e afferra tra le mani il viso del re.
Perialla: Smettila di opporti, Serse, e lascialo scorrere dentro di te.
Serse (piagnucolando): Ma perché?! Non è giusto…
Serse inizia a tremare convulsamente. Perialla si allontana di qualche passo. A un tratto, fortissimi raggi di luce fuoriescono dagli occhi e dalla bocca di Serse. Al dissiparsi della luce, il re si alza in piedi e i suoi spasmi si interrompono di colpo. Da una oscura nuvola fuoriesce una armatura rosso scarlatta che va a posizionarsi sul suo corpo. Dalla medesima nube, con un saltello, irrompe nella scena anche Demarato, con indosso la Surplice del Cancro.
Ares (con la voce di Optimus Prime): Chi di voi, miseri mortali, ha osato utilizzare la mia torre senza il mio permesso, costringendomi a ritornare in questo patetico mondo? Regina di Persia, piantala di affondare il coltello in quella massa informe di carne e sangue e cagami un secondo.
Amestri si volta per qualche secondo in direzione di Ares, lascia cadere a terra il coltello e inizia a dipingere dei murales sulle pareti con il sangue di Amira
Ares: Oooccheeiii
Perialla (in ginocchio): Divino Signore della Guerra, le do il mio più sincero benvenuto. Da quello che ho potuto osservare in prima persona, è Artabano che ha generato questa nube biancastra utilizzando la torre che si erge presso l’Acropoli. Con lui c’è anche Atossa, madre di Re Serse.
Ares: Uff… Demarato, ci pensi tu? Artabano non ha un briciolo di cosmo. Dovrebbe essere una cosa molto veloce. Vai, lo ammazzi e torni. E riporti qui Atossa, già che ci sei.
Demarato: Cosa c’è? Fai finta di niente? Cambi argomento?
Ares: In che senso?
Demarato: Lo hai visto anche tu che Hades mi ha dato solo un corpo temporaneo. Perché quell’inutile di Leontiade della Freccia ha ottenuto la vita eterna e io invece solo un corpo temporaneo?
Ares: Chi è morto non può tornare in vita come se niente fosse, Demarato.
Demarato: Come sarebbe a dire?
Ares: Le surplici sono in grado di donare la vita eterna a chi la indossa, è vero, ma il caso di Leontiade è diverso dal tuo. Lui non è mai morto. Ha ottenuto la surplice mentre era ancora in vita. Tu invece sei stato ucciso e un corpo non può tornare in vita se non una volta sola e per un brevissimo lasso di tempo. Hades, con i suoi poteri, non potrebbe fare diversamente neanche volendo.
Demarato: Ho capito. Vorrà dire che dovrò ingegnarmi in qualche modo.
Ares: Come dici?
Demarato: No, niente, riflettevo a voce alta…
Ares: Ok, ma quindi?
Demarato: Quindi cosa?
Ares: La questione di Artabano e di Atossa…
Demarato: Quale questione?
Perialla: Signor Ares, vuole che ci pensi io ad Artabano?
Ares: Uff… Ma no, ma no. Ci penso io, dai. Nel frattempo facciamo sparire questa stupida nebbia. Artabano non è stato neanche in grado di crearla del colore giusto…
Allargando le braccia, Ares crea un piccolo vortice oscuro di fronte a sé che assorbe tutta la nebbia che avvolge il palazzo.
Ares: E ora chiudiamo i conti con Artabano…
 
Continua a S.25
   
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NOTE

- "Giuro che ti strapperò via da quel bel faccino naso, orecchie, labbra e lingua. Infine taglierò via le tue mammelle e le getterò ai cani!" --> Come effettivamente fece, secondo il racconto originale di Erodoto (Erodoto, IX, 112), per poi rimandarla a casa sua ancora viva.
 
- Se, come ho scritto in nota al capitolo S.26, questo Artabano è un personaggio di mia invenzione (fusione tra Artabano figlio d’Istaspe e Artabano di Ircania), non è mia invenzione che diversi personaggi della casata regnante fecero una brutta fine proprio in quel periodo. Non fu però Artabano la causa. Furono semplicemente loro stessi a massacrarsi tra loro per vari dissapori. Artabano di Ircania, anni dopo, fu invece responsabile della morte di altri personaggi all’interno della casata Achemenide.