SAINT SEIYA CHRONICLES:
SOUL OF BERSERKER

 

CAPITOLO S.11

 
Poco dopo, sotto la tenda di Mardonio…
Demarato: Ben arrivati, signori.
Leontiade (con indosso la Surplice della Freccia e con metà del viso orrendamente sfigurata): Perché ci hai chiamato, Demarato?
Demarato: Siamo qui riuniti per il volere del qui presente Deimos, che voleva consultarsi con noi tre prima della battaglia.
Deimos: ‘Sattoh.
Amazzone Berserker (con una maschera sul viso): Come mai proprio noi tre?
Demarato: Mi sembra ovvio. Un tempo noi tre appartenevamo all’esercito greco, quindi siamo più avvezzi alle tattiche dei nostri nemici e conosciamo i loro punti deboli. Lo scontro è ormai imminente e averli snervati potrebbe non bastare. Occorrono altre idee per non trovarci impreparati.
Deimos: La battaglia prima si pensa e poi si fa.
Demarato (srotolando un grande papiro): Esatto. La battaglia prima si pensa e poi si fa. Troppe volte siamo stati sconfitti. Stavolta andremo sul sicuro. Osservate! Questa è una cartina della piana di Platea. Qui sono segnate tutte le manovre e le strategie pianificate da Deimos nelle ultime settimane.
Leontiade: Ma… non c’è segnato nulla! Deimos, cosa significa?
Deimos: Non sono io che debbo spiegare la strategia. È la strategia che si deve far spiegare da sola.
Leontiade: È solo una dannata piantina del posto!
Deimos: Silenzio. Si deve guardare e basta.
Demarato: Ora capite? Non abbiamo uno straccio di piano per la battaglia finale. Va a finire che andiamo a casaccio come al solito.
Leontiade: Non possiamo combattere in queste condizioni. Propongo di ritirarci tutti all’interno delle mura fortificate di Tebe, non lontano da qui. Da lì potremmo sfruttare con tutta calma l’antica arma della diplomazia e della corruzione per convincere le póleis a tradire la libertà ed evitare il rischio di un conflitto sanguinoso. L’oro di certo non ci manca.
Demarato: Lascia che ti spieghi come stanno le cose, Leontiade. Prima cosa, non ci stiamo tutti quanti all’interno di Tebe. Ma proprio per nulla. Seconda cosa, ti ricordo qual è il nostro vero obiettivo. Finché i Greci hanno dalla loro lo Scettro della Vittoria, abbiamo una sola possibilità di sconfiggerli e sovvertire le leggi di questo mondo. Tu stesso ci hai riferito che alle Termopili abbiamo mancato l’obiettivo per un soffio…
Leontiade: Già, è vero… Ehi, un attimo… Lo Scettro non era scomparso insieme a Ban del Leone Minore?
Demarato: Sì, è così. Le nostre spie ci hanno riferito, però, che lo Scettro è ritornato in qualche modo nelle loro mani. Ora che i Greci sono fiaccati per la mancanza di approvvigionamenti, è il momento giusto per irrompere tra le loro file e fare quello che dobbiamo fare. Poco importa se perderemo la battaglia. Se tutto andrà come spero, avremo finalmente vinto la guerra. La nostra unica possibilità è attaccare in maniera decisa e chirurgica.
Deimos: Tutto di getto, eh! Non ci stanno ripensamenti.
Demarato: Ho detto in maniera chirurgica, Deimos. Non a casaccio. Dobbiamo decidere con precisione in che modo dirigere le truppe.
Leontiade: Mi sembra di capire che hai già le idee piuttosto chiare, Demarato.
Demarato: Uff… Sì, detta in poche parole, pensavo che tu e i tuoi uomini potreste tenere occupati gli Ateniesi, mentre le truppe berserker si occupano degli Spartani. Con calma poi vi illustro i dettagli. In realtà speravo di avere qualche buono spunto consultandomi con voi, ma a quanto pare è stata una speranza vana. Tu, Amazzone del Chakram, non hai nemmeno spiccicato parola…
Amazzone Berserker: Io non sono mai stata un comandante come voi. Il mio giudizio conta poco.
Demarato (sogghignando): Ah, sì? Che ne dici di quella profezia di cui tanto si parla negli ultimi tempi tra gli uomini di Serse? Si dice che sia destino che i Persiani, una volta giunti in Grecia, radano al suolo il tempio di Delfi. Potremmo allontanarci momentaneamente da qui e mettere a ferro e fuoco quella stupida cittadina…
Amazzone Berserker (sussultando): Non… non credo che sia una buona idea…
Demarato: E perché?
Amazzone Berserker: Ho sentito… ho sentito che secondo tale profezia, se i Persiani compiranno un simile gesto, andranno tutti incontro a morte certa.
Demarato (sogghignando): Ah sì? Non ne sapevo niente di questa seconda parte… Tu che ne dici, Deimos?
Deimos: La vita per me… la vita è qualcosa di supremo. La vita è bella.
Demarato: Se lo dice Deimos, allora lasciamo perdere Delfi e atteniamoci alla battaglia presso la piana. Oooccheeii… E dopo questo periplo vertiginoso di idee, lasciate che vi illustri tutti i dettagli per la battaglia…
I quattro restano sotto la tenda ancora per una buona mezz’ora. Al termine del consiglio di guerra, l’Amazzone Berserker si avvia per tornare nei suoi ranghi, ma viene raggiunta da Demarato.
Demarato: Uh! Uh! Uh! Amazzone, mi sei sembrata turbata, poco fa, quando ho menzionato quella profezia. A quanto pare ti sta molto a cuore Delfi. Non sarà che ci abita qualcuno a te molto caro, non è vero?
Amazzone Berserker (continuando a camminare): Non capisco di cosa tu stia parlando.
Demarato: Quell’accento… Ti ho già riconosciuta una volta, nonostante quella maschera. Pensi che non sia in grado di farlo di nuovo? Dovremmo smetterla di incontrarci in questo modo ogni dieci-quindici anni. Io dico che ormai potremmo anche scambiarci i numeri di cellulare. Che ne pensi?
Amazzone Berserker (continuando a camminare e allontanandosi da Demarato): Non so chi pensi che io sia, ma non sono chi credi. Ora lasciami in pace.
Demarato: Uh! Uh! Uh! Vedremo…
 
 
Svariate ore dopo, a notte fonda…
Pausania: Falla finita, Amonfareto! Dobbiamo dirigerci tutti verso l’Oeroe, dove avremo acqua in abbondanza e una posizione strategica dalla quale difenderci.
Amonfareto: Non mi interessa cosa avete deciso tu, Lampone e Aristide. Io e la mia schiera di uomini non ci spostiamo da qui. Non ti ha insegnato nulla l’esperienza di Aristodemo? I veri Spartani non fuggono davanti al nemico!
Pausania: Amonfareto, io ti ordino di prendere i tuoi uomini e partire verso l’Oeroe. Dobbiamo approfittarne ora che è buio pesto e i nemici non potranno scorgere i nostri movimenti. Se continuiamo a perdere tempo, inizierà ad albeggiare e sarà troppo tardi.
Aristodemo (sopraggiungendo insieme a Stelios): Amonfareto ha ragione, Pausania. Il tuo giudizio è condizionato dal potere intimidatorio dell’Armata del Terrore e dai capricci del pupo che porti sulle spalle. Normalmente non avresti mai preso una decisione del genere.
Pausania: Non sta a voi discutere sui miei motivi. Oramai la decisione è stata presa. Lampone e i suoi sono già partiti e gli Ateniesi aspettano soltanto che ci diamo una mossa.
Aristodemo: Tu e il resto degli Spartani andate pure, Pausania. Io e il mio scudiero rimarremo a combattere a fianco di Amonfareto.
Stelios: Aspett… Cosa?! N-non scherziamo. Verremo massacrati!
Aristodemo: Cosa c’è, Stelios? Non hai forse scelto tu di venire qui a Platea per combattere come mio ilota? Sapevi bene che era mia ferma intenzione ripulirmi dalle macchie del disonore che mi sono gettato addosso alle Termopili. Ora è l’occasione giusta.
Stelios: S-sì, però…
Il gruppetto viene raggiunto anche dal Grande Sacerdote Astrabaco, con indosso la Gold Cloth dell’Ariete.
Astrabaco: Cosa succede, Pausania? Perché non ci stiamo ancora muovendo?
Pausania: Colpa di Amonfareto. Non vuole spostarsi da qui. E Aristodemo sembra volergli dare corda.
Astrabaco: Amonfareto, basta perdere tempo. Attieniti al piano. È il tuo Pope che te lo ordina.
Amonfareto: Grande Sacerdote, dov’è finita la tua democrazia? All’Istmo mi è sembrato che tenessi in buon conto la mia opinione. Lascia quindi che esprima il mio voto anche in questa occasione.
Amonfareto solleva un grosso macigno e lo deposita ai piedi di Astrabaco.
Amonfareto: Ecco il mio psēphoi. Io voto di non fuggire.
Astrabaco: Non c’è bisogno di essere sempre così plateali, Amonfareto. Il campo di battaglia non è fatto per le discussioni democratiche. Ci sono dei motivi per cui vengono nominati dei comandanti militari.
Amonfareto: Perfetto. Essendo io a capo della schiera di Pitane, decido io per i miei uomini.
Astrabaco: Sembra di parlare con un muro…
Sofane, Silver Saint della Carena: Perdonatemi, mi manda Aristide. Vuole sapere se vi date una mossa…
Pausania: Un attimo! Non vedi che stiamo discutendo?!
Sofane: Discutendo?! Cosa c’è da discutere ancora?! Sono venti pagine che si discute senza sferrare neanche una mazzata.
Astrabaco: Ho capito, ho capito. Vorrà dire che partiremo senza Amonfareto e Aristodemo.
Stelios: P-pope… io non devo restare qui per forza, vero?
Aristodemo: Stelios, ti ricordo che sei il mio scudiero! Maledizione, ma perché gli iloti indisciplinati devono capitare tutti a me?
Astrabaco: No, Aristodemo, Stelios è libero di fare quello che vuole.
Aristodemo: Come sarebbe a dire?!
Astrabaco: Perdonatemi se mi sono espresso male all’Istmo, ma come ha detto Cecrope, Stelios non ha commesso alcuna colpa presso le Termopili e quindi non può ritrovarsi obbligato a combattere a fianco di Aristodemo. Se deciderà di farlo sarà soltanto per suo buon cuore.
Amonfareto: Tsk! Un ilota che può decidere per suo conto! Dove andremo a finire di questo passo? Si inizia così e poi ci si ritrova con una guerra messenica in casa!
Stelios: Quindi che opzioni ho, Pope?
Astrabaco: Te l’ho detto. Puoi fare quello che vuoi. Puoi restare con Aristodemo e Amonfareto, oppure puoi partire insieme a me, a Pausania e a tutti gli altri Spartani. Sentiti libero di scegliere liberamente. Se preferisci puoi addirittura raggiungere Lampone e i suoi. E, a dirla tutta, non sarebbe una cattiva idea neanche affiancare il qui presente Sofane e dare una mano agli Ateniesi.
Sofane: Ehi, che discorsi sono?! Io combatto da solo, non ho bisogno di schiavi!
Astrabaco: Nessuno ha parlato di schiavi. Se non sbaglio, due dei tuoi discepoli sono stati promossi a Silver Saint e il terzo lo hai ripudiato, non è così? Non ti andrebbe un nuovo allievo, Sofane? Considera che Stelios è sopravvissuto al massacro delle Termopili. Qualcosa dovrà pur valere, no? È risaputo che da Atene provengano i più grandi maestri saint. Potresti trasformarlo in un grande guerriero.
Sofane: Un sopravvissuto della battaglia finale alle Termopili?! Sul serio?! In tal caso non sarebbe una cattiva idea…
Astrabaco: Bene, Stelios. Decidi cosa fare.
Stelios: D’accordo. Dopo attenta riflessione, decido di…

a) …continuare a essere lo scudiero di Aristodemo.
Vai a S.09

b) …proseguire con il grosso dell’esercito spartano verso l’Oeroe.
Vai a S.24

c) …raggiungere Lampone e gli altri alleati greci.
Vai a S.16

d) …affiancare Sofane e unirmi all’ala sinistra dell’esercito.
Vai a S.33
 
------------------------------------------------------------------

NOTE

- La proposta di asserragliarsi all’interno di Tebe storicamente non appartiene a Leontiade, ma ad Artabazo (da non confondere con ArtabaNo), generale persiano che per vari motivi ho preferito non inserire nel racconto. Sempre storicamente, però, viene detto che i Tebani fossero d’accordo con questa idea.
A dirla tutta, non si sa nemmeno se Leontiade fosse presente a Platea. L’unico comandante Tebano che Erodoto cita (Erodoto, IX, 69) è un tale Asopodoro. Io ho preferito mantenere il personaggio di Leontiade per restare ovviamente in continuità con “Lambda”.
Per la proposta di Artabazo e la profezia di Delfi vedasi Erodoto, IX, 41-42.
 
- Se, come ho detto in precedenza, la votazione con i sassolini chiamati psēphoi per decreatere il destino di Aristodemo è mia invenzione, l’episodio in cui Amonfareto deposita a terra un gigantesco psēphoi per esprimere la sua decisione di non fuggire, ci viene invece riportato da Erodoto nel capitolo IX, 55 delle sue Storie. L’idea del processo a Aristodemo, ora posso dirlo, nasce quindi anche come collegamento a questo episodio.
 
- Sofane, Silver Saint della Carena --> Forse ricorderete che Sofane era Silver Saint della Nave Argo, ma forse ricorderete anche che nel capitolo 2x4.43 il suo legame con la Nave della Speranza subisce un brusco cambiamento e che il Saint avverte la sua costellazione spezzarsi letteralmente in più parti. Come probabilmente già saprete, la Costellazione della Nave Argo è una costellazione “estinta”… una antica costellazione che fu poi suddivisa nelle tre costellazioni di Carena, Poppa e Vela. Se quindi la Cloth della Nave Argo si è scissa in tre parti e Sofane ora indossa la Cloth della Carena, a chi sono andate le altre due armature? Che siano andate ai due misteriosi discepoli che cita Astrabaco? E chi è il terzo allievo ripudiato?
(Se siete stati super-mega-attenti durante la lettura di First Blood, sicuramente avrete già intuito chi possa essere uno dei discepoli…)