SAINT SEIYA CHRONICLES:
SOUL OF BERSERKER

 

CAPITOLO S.10

 
Qualche mese dopo, nella piana di Platea, e più precisamente nei pressi della sorgente Gargafia…
Plistarco: BUAAAHH!!!
Pausania (sollevando Plistarco in aria): Su, piccolo, non piangere! Guarda che faccia buffa che so fare… BleehhBubububu
Plistarco, in tutta risposta, tira un calcio in bocca a Pausania, facendolo gemere a terra per il dolore.
Mishima: Qualche problema, Comandante?
Pausania (rialzandosi e mettendosi il pupo sulle spalle): Direi di sì. Non senti anche tu quest’aura tetra? È da quando siamo arrivati che Plistarco non smette di essere inquieto.
Mishima: È sicuramente l’influenza dell’Armata del Terrore, l’ultimo dei quattro eserciti berserker. Tutti i soldati sono insolitamente impauriti.
Pausania: Dannazione! In queste condizioni non saremo mai in grado di sferrare un attacco. La tua armatura cosa predice per il prossimo futuro?
Mishima (mettendo le mani a coppetta e attingendo dalla sorgente): È dalla battaglia delle Termopili che la Cloth della Coppa non sembra funzionare a dovere. Però… sì… qualcosa la vedo… Vedo un antico tempio di Demetra. Esso in qualche modo ci porterà alla vittoria… Una vittoria però che richiederà un grosso prezzo da pagare…
Pausania: Mishima, qui non c’è nessun tempio di Demetra. Fai funzionare meglio la tua armatura e dimmi se dobbiamo attaccare o continuare ad aspettare.
Mishima (scrutando le acque): Mmmhh… La mia armatura dice che resteremo in attesa per diversi giorni.
Pausania: Dice anche per quale motivo?
Mishima: Vediamo, vediamo… Sì… Il motivo è una predizione… Una predizione fatta dalla mia armatura…
Pausania: Sigh! Grazie lo stesso. Ora vai. Vedo avvicinarsi gli altri due comandanti del nostro esercito. Vorranno decidere sul da farsi.
Mishima si allontana. Si avvicinano il Gold Saint del Capricorno e un Bronze Saint con un mantello logoro e sporco.
Pausania: Aristide, Lampone, qual buon vento?
Aristide, Bronze Saint della Volpetta, detto “Il Giusto”: Pausania, i soldati ateniesi vogliono sapere come dobbiamo comportarci in questo difficile frangente.
Pausania: Hai qualche proposta, Aristide?
Aristide: Io dico di attaccare. So che gli uomini, me compreso, sono tutti insolitamente terrorizzati, ma è nostro dovere adempiere al compito per il quale siamo giunti fin qui. Dopotutto negli ultimi giorni abbiamo sconfitto senza problemi gli ultimi superstiti delle Armate del Fuoco e della Calamità presso Eritre. Non sarà così difficile sconfiggere anche questi. Contando anche i loro alleati, ci superano in numero soltanto di tre volte. Cosa ne dici, Pausania?
Pausania si consulta sottovoce con il pupo che ha sulle spalle.
Pausania: Io dico di aspettare.
Aristide: Per quale motivo?
Pausania: Perché… perché Mishima mi ha rivelato che dovremmo rimanere sulla difensiva. D’altra parte non siamo forse l’esercito di Athena? Su, torniamo alle nostre tende!
Aristide: Ehi, un attimo! Non vedo perché dovresti essere tu a decidere.
Pausania: Perché tu sei solo un Bronze Saint e io un Gold Saint. Quindi devi obbedire.
Aristide (usando il cosmo per risplendere di luce propria): Cosa c’entra? Quella di essere solo un Bronze Saint è una precisa scelta, per mostrare ai miei concittadini che io sono uno di loro, un semplice uomo come tanti, il cui unico interesse non è arricchirsi smodatamente, come fanno tutti i demagoghi che infestano Atene, ma servire lo Stato come suo umile funzionario.
Pausania: Va bene, ho capito, è una scelta. L’ultima parola resta però la mia perché…. perché…
Plistarco suggerisce alcune parole all’orecchio di Pausania.
Pausania: Sì, giusto! Perché noi Spartani siamo quelli che forniamo più soldati.
Aristide: Dici bene. È la maggioranza a decidere. In tal caso sentiamo il parere anche di Lampone. Sicuramente la pensa come me e, dato che lui rappresenta l’insieme delle città-Stato che formano il troncone centrale dello schieramento dell’esercito, la maggioranza sarà dalla mia. Non è così, Lampone?
Lampone: Non è giusto. No, non è…
Pausania: Più forte. Non ti sentiamo.
Lampone (parlando monotono e completamente inespressivo in volto): Non è giusto che noi tutti dobbiamo approvvigionarci presso la fonte Gargafia, mentre Deimos e i suoi possono attingere dall’Asopo. Non è giusto.
Aristide: Cos…?!
Lampone: Il fiume Asopo in questo periodo è poco più di un ruscelletto. Io dico che non sarebbe così difficile mandare una squadra di notte a ostruire e intorbidire le sue acque.
Aristide e Pausania osservano accigliati Lampone.
Lampone: Non è una buona idea? Io penso sia una buona idea. Sì, sì… buona idea…
Pausania: Mi deludi, Lampone. La tua voce è lagnosa come quella di tuo padre, ma non hai una briciola del suo onore di guerriero.
Aristide: Chi mai penserebbe a una strategia così vigliacca? Fin dal tempo dei miti, le battaglie di noi Greci sono un nobile confronto di scudi che cozzano in schiera gli uni contro gli altri. In un simile scenario la viltà che ci proponi, Lampone, non è contemplata.
Pausania (scrutando in direzione del fiume Asopo): Ehi, guardate! Gli uomini di Deimos si stanno muovendo. Allertiamo gli uomini, presto! La battaglia è imminente!
Aristide raggiunge di corsa l’ala sinistra dello schieramento greco, Pausania l’ala destra e Lampone il centro.
Pausania: Coraggiosi soldati dell’Ellade! Il momento decisivo è ormai giunto! Con questa battaglia finalmente libereremo le nostre terre dagli invasori! Tutti pronti, il nemico sta per guadare il fiume!
Deimos il Terrore/Mardonio (immobile, alla testa dell’esercito berserker):
Pausania: Ancora pochi attimi e…
Amonfareto: Forse dovremmo attaccare noi per primi, Comandante. Imbracciamo con fiero cipiglio armi e scudi e creiamo sgomento e disperazione tra le loro file.
Pausania: Rimani nella tua posizione, Amonfareto! Attraversando noi il fiume rischieremmo di rompere la formazione ed essere crivellati di frecce. Lasciamo che siano loro a fare la prima mossa.
Astrabaco: Attenti! Credo che stiano per…
Deimos: (ansimo)
Astrabaco: No, come non detto…
Callicrate: Che razza di villani! Farci aspettare in questa maniera…
Stelios: Questa atmosfera è terribile, vogliono farci impazzire! Mi chiedo se ho fatto la scelta giusta a unirmi all’esercito di terra…
Aristodemo: Ilota, se per te questo è troppo, puoi anche abbandonare il campo. Io posso tranquillamente cavarmela da solo.
Stelios: Lei non è terrorizzato, signore? Non risente dello strano potere di questa armata berserker?
Aristodemo: No, io non sento nulla. Non posso permettermelo. Non più. Questa volta combatterò con tutto me stesso.
Stelios: Che bravo!
 
Eschilo (avvicinandosi alle file spartane): Chiedo scusa, mi concedi una parola? Ehi, dico a te…
Gold Saint dei Gemelli (con il viso coperto da una maschera): Che c’è? Cosa vuoi?
Eschilo: Dato che qui le cose vanno per le lunghe, ne ho approfittato per fare un salto veloce qui nell’ala destra e togliermi un dubbio.
Gold Saint dei Gemelli: Ovvero?
Eschilo: Gira voce che tu sia Perialla. È così?
Gold Saint dei Gemelli: Chi sarebbe questa Perialla?
Eschilo: Un tempo era la Pizia di Delfi. Anni fa è stata in visita a Sparta per dirimere una spinosa questione riguardante la successione al trono Europontide. Si dice sia stata un’alleata sia dell’ex Re Demarato che del defunto Re Cleomene. In poche parole, anche se è passato diverso tempo da allora, Perialla è un personaggio ancora piuttosto noto a Sparta e in molti sono certi che quella donna sia tu.
Gold Saint dei Gemelli: Si sbagliano.
Eschilo: Inoltre, devi sapere che prima di essere stata Pizia di Delfi, Perialla è stata Sacerdotessa del Santuario di Demetra a Eleusi. Proprio in quegli anni si dà il caso che io fossi un novizio del culto e l’abbia conosciuta piuttosto bene. È stata proprio lei a curare la profonda ferita alla schiena che mi procurò Cleomene e che a distanza di decenni ancora mi provoca lancinanti fitte di dolore. Fu quella ferita a tenermi lontano dai campi di battaglia per lungo tempo, finché il sacrificio di mio fratello Cinegiro non risvegliò in me il mio spirito guerriero. È grazie a lui se oggi indosso una Gold Cloth.
Gold Saint dei Gemelli: Smettila di raccontarmi queste cose. Non sono chi credi.
Eschilo: Eppure, anche se militi tra le file spartane, il tuo accento è inconfondibilmente dell’Attica.
Gold Saint dei Gemelli: Basta ciarlare, soldato! Muoviti a tornare nel tuo reparto! Non vedi? Proprio ora Mardonio sta per…
Deimos:
Gold Saint dei Gemelli: No, come non detto…
Eschilo: D’accordo. Torno nell’ala sinistra. Se cambi idea e ti decidi a rivelare la tua identità, sai dove trovarmi.
 
Pausania: Dannazione! Ma quando si decide quel Deimos? E se avessero ragione Amonfareto e Aristide? Forse l’unico modo per sconfiggere questa paura che ci attanaglia è quello di attaccare noi per primi.
A queste parole di Pausania, Plistarco inizia ad agitarsi e a tirare con forza i capelli di Pausania.
Pausania: AHIAA!!! Ok, ok, ho capito. Restiamo ad aspettare. In fin dei conti sento che sta per partire l’attacco proprio ora. Ne sono certo.
Deimos:
Pausania: …
Deimos: (ansimo)
 
Dieci giorni dopo…
Ditirambo: Signore!
Pausania: Dimmi, Ditirambo.
Ditirambo: Arrivo ora dal Citerone. Mentre restavate qui immobili a fissare il fiume, un gruppo di Persiani ne ha approfittato per aggirare il campo e occupare il passo Driocefale. Non possiamo più ricevere rifornimenti alimentari.
Pausania: Maledizione! Beh, perlomeno abbiamo ancora la sorgente Gargafia.
Ditirambo: No, Comandante. Non gliel’hanno detto? Hanno inviato una squadra di notte a intorbidire e ostruire la sorgente. E, tenendo conto che chiunque provi ad avvicinarsi alle acque dell’Asopo viene tempestato di frecce, i casi sono due: o attacchiamo o dobbiamo ripiegare e cercarci un’altra fonte idrica. Se posso dire la mia, spero che ci dia finalmente l’ordine di attaccare.
Pausania: No, Ditirambo. Ripiegheremo.
Ditirambo: Signore, mi permetta di osservare che stiamo facendo il loro gioco. Per loro non è un problema aspettare. Per noi invece l’attesa potrebbe risultare fatale.
Pausania: Non discutere, Ditirambo. Non… non me la sento ancora di attaccare…
Ditirambo: Ma, Comandante…
Pausania: Ecco, guarda! Si sta muovendo! Deimos si sta muovendo! Lo dicevo io che l’avrebbe fatto!
Ditirambo: Guardi meglio, Comandante. Non sta attaccando. Si sta ritirando sotto una tenda insieme ad altri ufficiali. Probabilmente vorranno escogitare qualche altro infido piano.
Pausania: Sigh! Vorrà dire che ne approfitterò anch’io per discutere le prossime mosse con Aristide e Lampone.
 
Continua a S.11
 
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NOTE

Storicamente non sappiamo in che anno è nato precisamente Plistarco, ma è probabile che in realtà nel 479 a.C. avesse più di due-tre anni.
 
- In romanzi e racconti storici vari, Aristide è il tipico nemico di Temistocle, perennemente in contrasto con lui, ma allo stesso tempo pronto a lottare al suo fianco nel momento del bisogno. In First Blood e Lambda avevo già inserito fin troppi oppositori a Temistocle e ho preferito non inserirne un altro, motivo per cui, a malincuore, ho dovuto rinunciare a lui fino ad ora.   
Perché indossa una Bronze Cloth? Perché, come detto anche qui nel racconto, Aristide storicamente era solito ostentare (anche in maniera esagerata) un vestiario umile.
Perché proprio la costellazione della Volpetta? Perché nell’epistolario pseudotemistocleo, Aristide viene malignamente definito come “volpino”.

 
- Ebbene sì. Il novizio presente nel primo capitolo di First Blood ed Eschilo sono la stessa persona! Di conseguenza, la ferita alla schiena che nel mio racconto ha tenuto Eschilo lontano dai campi di battaglia per tanti anni è la stessa che Cleomene infligge al giovane all’inizio di First Blood.
D’altra parte, secondo alcune fonti storiche, parrebbe che Eschilo fosse stato sul serio iniziato in gioventù ai misteri Eleusini presso il Santuario di Demetra!
 
- Storicamente non sappiamo se gli Egineti facessero parte dell’ala sinistra dell’esercito o se facessero parte del centro. Allo stesso tempo non sappiamo se il centro avesse un unico comandante di riferimento. È da considerarsi quindi una mia scelta sfruttare il personaggio di Lampone come comandante del centro.
(Anzi, dal momento che a costituire il contingente più folto del centro erano i Corinzi, mi vien da pensare che un eventuale capo sarebbe stato in realtà Corinzio.)
 
- Aristide nel racconto fa riferimento a una battaglia avvenuta a Eritre. Trattasi della prima battaglia combattuta nei pressi di Platea, che io ho preferito saltare per amore di sinteticità e perché altrimenti sarei stato costretto a mettere in campo molti altri personaggi storici difficili poi da gestire.